Dal libro del profeta Abacuc possiamo comprendere la condizione spirituale in cui si trovava Giiuda 7 secoli prima della venuta di Gesù, una forte decadenza morale e religiosa caratterizzava questo periodo storico.
Il profeta Abacuc interroga Dio perché non comprende come Dio possa continuare a tollerare tanta malvagità ma dio se ne sta in silenzio. Abacuc avrebbe voluto vedere Dio operare, porre fine alla corruzione, il suo era un lamento, un grido contro la condizione di peccato del popolo:
“2Fino a quando griderò, oh Signore,senza che tu mi dia ascolto? Io grido a te: «Violenza!» e tu non salvi.3 Perché mi fai vedere l’iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità? Mi stanno davanti rapina e violenza; ci sono liti, e nasce la discordia.4 Perciò la legge è senza forza, il diritto non si fa strada; perché l’empio raggira il giusto e il diritto ne esce pervertito.” (Abacuc 1:2-4 )
Nella sua preghiera Abacuc denuncia quattro peccati specifici: perversità, rapina, violenza e discordia.
Perché tanta corruzione? Quale era la causa che l’aveva determinata?
Un momento simile era già avvenuto al tempo dei Giudici, il popolo si era sviato e la Scrittura ne rivelava la causa:“tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; poi, dopo quella, vi fu un’altra generazione che non conosceva il Signore, né le opere che egli aveva compiute in favore d’Israele“ (Giudici 2:10)
Non conoscevano il Signore, questo era il motivo dell’apostasia, non si applicava la legge, non si praticava la giustizia e nessuno si opponeva al degrado, nessuno dissentiva, nessuno si preoccupava di riportare ordine.
Oggi la società non è diversa, lo stato di corruzione e di depravazione non è diverso e anche la nostra rimostranza a Dio non è diversa, molte volte si ha la stessa perplessità, si fa la stessa lamentela davanti a Dio: “Perché Signore mi fai vedere l’iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità? in altre parole perché non fai giustizia, perché permetti che il male dilaghi?
Purtroppo anche nelle Chiese, così come accadeva allora nel popolo di Dio, la Parola di Dio non è praticata, spesso sono i sentimenti che governano i credenti, le emozioni prevalgono sulla vita dello Spirito, per questo si sta perdendo l’essenza e si sta sempre più professando un cristianesimo relativo.
Come si può arrivare a queste condizioni ? Prevalentemente per due motivi:
Primo motivo: interessi personali
Quando si cercano i propri interessi, senza preoccuparsi degli interessi degli altri, la giustizia non fa più il suo corso, è necessario praticare l’equità, essere imparziali verso tutti, non fare discriminazioni, non agire sulla base delle scelte personali.
Questo probabilmente era ciò che stava accadendo al tempo di Abacuc, coloro che erano al potere tutelavano solo i propri interessi.
L’apostolo Paolo, dice in filippesi 2:4-5: “cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù”.
La caratteristica del cristiano è interessarsi degli altri così come Gesù ha fatto, quando questo principio non è applicato, quando trascuriamo gli altri guardando solo agli interessi personali, infrangiamo la legge, perché la legge stabilisce:“ama il tuo prossimo come te stesso” Mt 22:39
Secondo motivo: il nepotismo
Il nepotismo era una pratica medioevale adottata negli ambienti religiosi e consisteva nel favorire i propri familiari, si prediligeva la famiglia, ma l’apostolo Paolo scriveva in 1Timoteo 5:21: “Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con parzialità”.
Abacuc il cui nome significa “colui che abbraccia” pregava con fervore a favore per popolo, lui stava gridando a Dio perché era un profeta e aveva gli cocchi aperti sulla realtà spirituale, aveva capito che Dio stava per fare qualcosa:”Guardate fra le nazioni, guardate, meravigliatevi e siate stupiti! Poiché io sto per fare ai vostri giorni un’opera, che voi non credereste, nemmeno se ve la raccontassero” (Abacuc 1:5)
Lo spirito profetico è sulla Chiesa e la Chiesa ha gli occhi aperti per riconoscere il tempo in cui viviamo e per riconoscere l’opera di Dio, Paolo profetizzò che negli ultimi tempi molti avrebbero perso il primo amore, altri avrebbero abiurato la fede, è necessario che, come Abacuc, possiamo gridare a Dio, è il tempo di opporci al degrado.
Abacuc lamentava una risposta da Dio: “Fino a quando griderò, oh Signore senza che tu mi dia ascolto? E Dio risponderà ad Abacuc con una affermazione:”il giusto vivrà per fede “
Questa affermazione viene citata anche dall’apostolo Paolo e dall’autore agli Ebrei “il mio giusto vivrà per la sua fede” (Ebrei 10:38)
Il giusto vivrà per la sua fede significa chi ha fede in Dio manifesterà la Sua giustizia sempre, ovunque e comunque, chi ha fede in Dio avrà il coraggio di continuare ad essere giusto in un mondo sempre più ingiusto, il coraggio di affermare i valori morali in una società senza più valori, il coraggio per continuare a ricercare la pace dove c’è solo violenza, l’amore e il perdono dove c’è solo odio e rancore, chi ha fede in Dio avrà il coraggio e il senso di responsabilità per continuare a portare alta la Parola della vita.
Abacuc si lamentava: ormai “la legge è senza forza e il diritto non riesce a farsi strada” non riesce affermarsi.
La legge non ha e non perderà mai la sua forza, non perderà mai la sua efficacia perché è Parola di Dio, e la Parola ha ancora la forza per trasformare il cuore dell’uomo.
La legge manifesterà ancora la sua forza e il diritto riuscirà ancora ad affermarsi nonostante la corruzione avanzi, nonostante la malvagità stia dilagando.
Dio non “tollera lo spettacolo della perversità?”come Abacuc lamentava, Dio non ha mai tollerato il peccato, Lui non ha mai smesso di fornteggiarlo, Dio non ha mai gettato la spugna, si è sempre opposto e sempre si opporrà al peccato, all’ingiustizia e all’immoralità.
Davanti la forza del male, davanti alla sua nefasta influenza, Dio non è preso alla sprovvista, non ha perso il controllo, Lui ha una risposta, ha sempre avuto una risposta
e la riposta sei tu, la risposta sono io, la risposta sono tutti coloro che hanno ancora il coraggio di andare controcorrente.
Potremmo anche lamentarci mentre assitiamo allo speccatolo dell perversità, uno spettacolo che sembra inarrestabile, ma sappiamo che mentre il mondo precipita sempre più nel degrado la Chiesa alza sempre più il proprio standard di giustizia e santità.
Cristo non ha smesso di edificare la Sua Chiesa.
Nel corso della storia ci sono stati uomini coraggiosi che hanno sfidato la morte pur di affermare la giustizia, di fare la volontà di Dio, Daniele per esempio, è stato gettato nella fossa di leoni, ma non ha mai rinnegato la sua fede;
i suoi amici sono stati gettati in una fornace di fuoco, ma non si sono piegati davanti ad una statua;
Mosè, nonostante temesse l’ira del faraone, è ritornato in Egitto per restituire la libertà del popolo;
Elia, un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni, ha sfidato i profeti di Baal per ricondurre il popolo a Dio.
Anche durante il periodo dei giudici Dio ha cercato e ha trovato uomini coraggiosi, capaci di indurre il popolo a considerare la legge.
Oggi come allora Dio cerca cristiani coraggiosi che mostrino agli altri la giustizia perchè il mondo ha bisogno di esempi, di gente che si opponga al male.
Dio propone noi come modello, Dio propone la Chiesa,
La Chiesa è la risposta di Dio alla corruzione, la Chiesa è il modello per questa società.
Solo la Chiesa puo adempiere a questo mandato, solo la Chiesa può contrastare il male, solo la Chiesa può essere sale e luce in questo mondo perché è stata rigenerata, trasformata, purificata, ha ricevuto lo Spirito Santo.
La Chiesa è la risposta di Dio, è la Sua opposizione al male, la Sua intolleranza al peccato, è il Suo impedimento allo spettacolo della perversità.
In Filippesi 2 :15 l’apostolo Paolo scriverà: “siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, 16 tenendo alta la parola di vita [ …]”
in altre parole: CERCASI CRISTIANI CORAGGIOSI
Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica.