CERCASI CRISTIANI CORAGGIOSI

Dal libro del profeta Abacuc possiamo comprendere la condizione spirituale in cui si trovava Giiuda  7 secoli prima della venuta di Gesù, una forte decadenza morale e religiosa caratterizzava questo periodo storico.

Il profeta Abacuc  interroga Dio perché non comprende come Dio possa continuare a tollerare tanta malvagità ma dio se ne sta in silenzio. Abacuc avrebbe voluto vedere Dio operare, porre fine alla corruzione, il suo era un lamento, un grido contro la condizione di peccato del popolo:

 2Fino a quando griderò, oh Signore,senza che tu mi dia ascolto? Io grido a te: «Violenza!» e tu non salvi.3 Perché mi fai vedere l’iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità? Mi stanno davanti rapina e violenza; ci sono liti, e nasce la discordia.4 Perciò la legge è senza forza, il diritto non si fa strada; perché l’empio raggira il giusto e il diritto ne esce pervertito.” (Abacuc 1:2-4 )

Nella sua preghiera Abacuc denuncia quattro peccati specifici: perversità, rapina, violenza e discordia.

Perché tanta corruzione? Quale era la causa che l’aveva determinata?

Un momento simile era già avvenuto al tempo dei Giudici, il popolo si era sviato e la Scrittura ne rivelava la causa:“tutta quella generazione  fu riunita ai suoi padri; poi, dopo quella, vi fu un’altra generazione che non conosceva il Signore, né le opere che egli aveva compiute in favore d’Israele“ (Giudici 2:10)

Non conoscevano il Signore, questo era  il motivo dell’apostasia, non si applicava la legge, non si praticava la giustizia e nessuno si opponeva al degrado, nessuno  dissentiva, nessuno si preoccupava di riportare ordine.

Oggi la società non è diversa, lo stato di corruzione e di depravazione non è diverso e anche la nostra rimostranza a Dio non è diversa, molte volte si ha la stessa perplessità, si fa la stessa lamentela davanti a Dio: “Perché Signore mi fai vedere l’iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità? in altre parole perché non fai giustizia, perché permetti che il male dilaghi?

Purtroppo anche nelle Chiese, così come accadeva allora nel popolo di Dio, la Parola di Dio non è praticata, spesso sono i sentimenti che governano i credenti,  le emozioni prevalgono sulla vita dello Spirito,  per questo si sta perdendo l’essenza e si sta sempre più professando un cristianesimo relativo.

Come si può arrivare a queste condizioni ? Prevalentemente per due motivi:

Primo motivo: interessi personali

Quando si cercano i propri interessi, senza preoccuparsi degli interessi degli altri, la giustizia non fa più il suo corso, è necessario praticare l’equità, essere imparziali verso tutti, non fare discriminazioni, non agire sulla base delle scelte personali.

Questo probabilmente era ciò che stava accadendo al tempo di Abacuc, coloro che erano al potere tutelavano solo i propri interessi.

L’apostolo Paolo, dice in filippesi 2:4-5: cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù”.

La caratteristica del cristiano è interessarsi degli altri così come Gesù ha fatto, quando  questo principio non è applicato, quando trascuriamo gli altri guardando solo agli interessi personali,  infrangiamo la legge, perché la legge stabilisce:“ama il tuo prossimo come te stesso” Mt 22:39

Secondo motivo: il nepotismo

Il nepotismo era una pratica medioevale adottata negli ambienti religiosi e consisteva nel favorire i propri familiari, si prediligeva la famiglia, ma l’apostolo Paolo scriveva in 1Timoteo 5:21: “Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con parzialità”.                                                                  

Abacuc il cui nome significa “colui che abbraccia” pregava con fervore a favore per popolo, lui stava gridando a Dio perché era un profeta e aveva gli cocchi aperti sulla realtà spirituale, aveva capito che Dio stava per fare qualcosa:”Guardate fra le nazioni, guardate, meravigliatevi e siate stupiti! Poiché io sto per fare ai vostri giorni un’opera, che voi non credereste, nemmeno se ve la raccontassero” (Abacuc 1:5)

Lo spirito profetico è sulla Chiesa e la Chiesa ha gli occhi aperti per riconoscere il tempo in cui viviamo e per riconoscere l’opera di Dio, Paolo profetizzò che negli ultimi tempi molti avrebbero perso il primo amore, altri avrebbero abiurato la fede, è necessario che, come Abacuc, possiamo gridare a Dio, è il tempo di opporci al degrado.

Abacuc lamentava una risposta da Dio: “Fino a quando griderò, oh Signore senza che  tu mi dia ascolto? E Dio risponderà ad Abacuc con una affermazione:”il giusto vivrà per fede

Questa affermazione viene citata anche dall’apostolo Paolo e dall’autore agli Ebrei “il mio giusto vivrà per la sua fede” (Ebrei 10:38)

Il giusto vivrà per la sua fede significa chi ha fede in Dio manifesterà la Sua giustizia sempre, ovunque e comunque, chi ha fede in Dio avrà il coraggio di continuare ad essere giusto in un mondo sempre più ingiusto, il coraggio di affermare i valori morali in una società senza più valori, il coraggio per continuare a ricercare la pace dove c’è solo violenza, l’amore e il perdono dove c’è solo odio e rancore, chi ha fede in Dio avrà il coraggio e il senso di responsabilità per continuare a portare alta la Parola della vita.

Abacuc si lamentava: ormai “la legge è senza forza e  il diritto non riesce a farsi strada” non riesce affermarsi.

La legge non ha e non perderà mai la sua forza, non perderà mai la sua efficacia perché è Parola di Dio, e la Parola ha ancora la forza per trasformare il cuore dell’uomo.

La legge manifesterà ancora la sua forza e il diritto riuscirà ancora ad affermarsi nonostante la corruzione avanzi, nonostante la malvagità stia dilagando.

Dio non “tollera lo spettacolo della perversità?”come Abacuc lamentava, Dio non ha mai tollerato il peccato, Lui non ha mai smesso di fornteggiarlo, Dio non ha mai gettato la spugna,  si  è sempre opposto e sempre si opporrà al peccato, all’ingiustizia e all’immoralità.

Davanti la forza del male, davanti alla sua nefasta influenza, Dio non è preso alla sprovvista, non ha perso il controllo, Lui ha una risposta, ha sempre avuto una risposta

e la riposta sei tu, la risposta sono io, la risposta sono tutti coloro che hanno ancora il coraggio di andare controcorrente.

Potremmo anche lamentarci mentre assitiamo allo speccatolo dell perversità, uno spettacolo che sembra inarrestabile, ma sappiamo  che mentre il mondo precipita sempre più nel degrado la Chiesa alza sempre più il proprio standard di giustizia e santità.

Cristo non ha smesso di edificare la Sua Chiesa.

Nel corso della storia ci sono stati uomini coraggiosi che hanno sfidato la morte pur di affermare la giustizia, di fare la volontà di Dio, Daniele per esempio, è stato gettato nella fossa di leoni, ma non ha mai rinnegato la sua fede;

i suoi amici sono stati gettati in una fornace di fuoco, ma non si sono piegati davanti ad una statua;

Mosè, nonostante temesse l’ira del faraone, è ritornato in Egitto per restituire la libertà del popolo;

Elia, un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni, ha sfidato i profeti di Baal per ricondurre il popolo a Dio.

Anche durante il periodo dei giudici Dio ha cercato e ha trovato uomini coraggiosi, capaci di indurre il popolo a considerare la legge.

Oggi come allora Dio cerca cristiani coraggiosi che mostrino agli altri la giustizia perchè il mondo ha bisogno di esempi, di gente che si opponga al male.

Dio propone noi come modello, Dio propone la Chiesa,

La Chiesa è la risposta di Dio alla corruzione, la Chiesa è  il modello per questa società.

Solo la Chiesa puo adempiere a questo mandato, solo la Chiesa può contrastare il male, solo la Chiesa può essere sale e luce in questo mondo  perché è stata rigenerata, trasformata, purificata, ha ricevuto lo Spirito Santo.

La Chiesa è la risposta di Dio,  è la Sua opposizione al male,  la Sua intolleranza al peccato,  è  il Suo impedimento allo spettacolo della perversità.

In Filippesi 2 :15 l’apostolo Paolo scriverà: “siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, 16 tenendo alta la parola di vita [ …]”

in altre parole: CERCASI CRISTIANI CORAGGIOSI

                                                                                                            Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

N/A

L’IMPREVEDIBILITÀ DI DIO

Israele era stato deportato in Babilonia, erano lì, schiavi in terra straniera, una terra idolatra, pagana, governata da leggi pagane, senza il tempio, senza l’arca, figura della presenza di Dio e senza speranze.

Persuasi che Dio li avesse lasciati nelle mani dei nemici, il loro grido non era solo un grido di dolore, ma un grido di desolazione e di abbandono: “«La mia via è occulta al Signore e al mio diritto non bada il mio Dio?»

Ma Dio sente il loro lamento, vede il loro scoraggiamento e manda un profeta che parlerà da parte Sua dicendo:

 «A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale?» dice il Santo.

26 Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una.
27 Perché dici tu, Giacobbe, e perché parli così, Israele: «La mia via è occulta al Signore e al mio diritto non bada il mio Dio?»

28 Non lo sai tu? Non l’hai mai udito? Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile.(Is.40:25) 

        Dio li richiama alla fede e li incoraggia a credere che Lui ha il controllo su ogni cosa perché è Colui che ha creato ogni cosa: “Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una”.

Dio li incoraggia a credere che Lui è ancora il Signore: “Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile”.

La cattività babilonese era stata un dramma imprevedibile per il popolo, mai si sarebbero aspettati di perdere ogni cosa, loro che erano il popolo eletto.

Ma ora, ciò che sembrava ancora più imprevedibile, era il silenzio di Dio, “perché Dio non bada al mio diritto?”

Ci sono due realtà che sono imprevedibili, che non saranno mai sotto il nostro controllo e sono:

le circostanze e Dio.

Non sempre potremmo sceglierci le circostanze e non sempre Dio agirà come noi ci aspettiamo.

L’imprevedibilità fa paura, se non abbiamo un fondamento solido, “se non costruiamo sulla roccia i venti vengono, le tempeste si abbattono e la casa crolla”(Mt 7 :25). L’insegnamento di Gesù è fondamentale per avere una vita stabile.

Gesù ha avvisato la Chiesa nella parabola del seminatore, parlando di un terreno che è improduttivo, perché quando il seme cade gli uccelli lo rubano e spesso  la Chiesa è derubata della Parola perché è distratta, non conosce e se non si conosce si sbaglia.

Sicuramente sbaglieremo se non conosciamo perché siamo condizionati dai nostri pregiudizi e indotti a pensare che Dio sia come noi  “a chi mi vorreste assomigliare

Allora cosa succederà quando le circostanze imprevedibili ci minacceranno? Grideremo come ha gridato Israele: “la mia vita ti è occulta Signore, non badi al mio diritto Dio?”

Cosa succederà quando Dio se ne starà in silenzio mentre la situazione precipita? La domanda risuonerà inesorabile nei nostri cuori: Dio dove sei, perché’ non rispondi?

Gesù ha dichiarato Io sarò con voi fino alla fine del mondo (Mt 28:20)

Anche quando non sentiamo la Sua voce, anche quando non realizziamo la Sua presenza, la Parola ci insegna che Dio è sempre presente, Lui è sempre con noi.

Pietro era stato un uomo caratterizzato dalla sua impulsività, un uomo che agiva d’istinto perché mosso dall’emotività,  ma la storia gli insegnerà che è meglio per noi agire con saggezza e con conoscenza. E nella sua seconda epistola al capitolo 2 dirà:  5 Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza  […]

Cosa bisogna conoscere????

Bisogna conoscere e considerare due realtà di Dio che sono chiaramente evidenziate nella Sua Parola:

  • Dio è sicuramente imprevedibile nel suo modo di agire ma è prevedibile nei suoi attributi morali,

per esempio lui è amore quindi posso solo aspettarmi che Lui continui ad amarmi;

Lui è buono e quindi posso solo aspettarmi cose buone, un buon finale;

Lui è giusto quindi posso solo aspettarmi che alla fine mi faccia giustizia;

  • Lui è sovrano

quando Israele ha visto arrivare il faraone con miriadi di carri, davanti il mare e dietro i nemici, non c’era via d’uscita, chi avrebbe potuto prevedere che il mare si aprisse  (Es 14:21)

Dio imprevedibile nel suo agire, ma  prevedibile nella sua bontà, nella sua giustizia e nel suo amore.

Quando le onde si sono alzate prepotentemente sulla barca dove erano i discepoli, Gesù ha ordinato alla tempesta di tacere (Mr 35:41)  Imprevedibile nel suo agire ma   prevedibile sua bontà, nella sua giustizia e nel suo amore.

In 1samuele 7: 10 possiamo leggere: ”Mentre Samuele offriva l’olocausto, i Filistei si avvicinarono per assalire Israele; ma il SIGNORE in quel giorno fece rimbombare dei tuoni con gran fragore contro i Filistei e li mise in rotta, tanto che essi furono sconfitti davanti a Israele. 11 Gli uomini d’Israele uscirono da Mispa, inseguirono i Filistei e li batterono fin sotto Bet-Car.

Imprevedibile nel suo agire, ma  prevedibile sua bontà, nella sua giustizia e nel suo amore.

Dio è sovrano Lui si muove in piena libertà, ha la somma autorità e la totale sovranità su ogni cosa, su ogni evento, su tutto il creato, su ogni essere vivente e su tutta la storia. Il Suo piano sarà comunque portato a compimento, Isaia dirà al capitolo 43:18 “Non ricordate più le cose passate, non considerate più le cose antiche:19 Ecco, io sto per fare una cosa nuova; essa sta per germogliare; non la riconoscerete?”

Dio non può essere influenzato da nessuno e da niente, non è influenzato nella sua sovranità, non è influenzato nella sua bontà ” Dio non può essere tentato dal male” (Gm1:13)

Alcuni credenti si dicono delusi da Dio perché Dio non ha agito secondo i loro schemi, altri addirittura lasciano le Chiesa, abiurano la loro fede perché non hanno compreso che l’imprevedibilità di Dio è un momento di crescita e non di abbandono, non hanno compreso che è un tempo della sua volontà e nel suo pieno controllo, perché Dio è imprevedibile, Lui non fa come noi vogliamo ma come Lui vuole Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie”  (Is 55:8)

Ma se l’imprevedibilità ci spaventa la sua sovranità ci dona pace.

Sicuramente ci possono essere momenti in cui si cade nello scoraggiamento o nel dolore, ma poi bisogna rialzarsi.

Il credente potrà sempre camminare a testa alta perché’ “Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato.  30 I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano e cadono;31 ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano. Isaia 40:29 

Paragonati all’aquila, che sa sfruttare le correnti ascensionali, la Chiesa si rialza perché confida nel Signore, confida nella Sua forza e non si appoggia sulla propria.

Babilonia era l’imprevedibilità di Dio, era la Sua intelligenza imperscrutabile, il Suo piano per ricondurre il popolo a Lui,

la deportazione non era la vittoria dei babilonesi, ma la vittoria di Israele;  il silenzio di Dio non era il suo disinteresse ma il Suo interesse; se avessero capito, se avessero conosciuto non avrebbero vissuto la paura dell’abbandono, ma sarebbero rimasti stabili nelle emozioni,  nei pensieri e nei sentimenti.

L’imprevedibilità di Dio ha un fine: è la sua maniera per portarci alla crescita, alla stabilità emotiva e alla salute psichica.

Bisogna rialzarsi perché Dio ci ha dato una visione: essere un riferimento forte per questo mondo che è sempre più debole, essere un popolo stabile che conosce il suo Dio, un Dio imprevedibile, incontrollabile ma sovrano.

                                                                                                              Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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DOV’È LA VOSTRA FEDE?

Luca 8:22-25” Ora uno di quei giorni avvenne che egli salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». Ed essi presero il largo. Mentre navigavano, egli si addormentò; e un turbine di vento si abbatté sul lago, tanto che la barca si riempiva, ed erano in pericolo. Allora essi, accostatisi, lo svegliarono, dicendo: «Maestro, maestro, noi periamo!». Ed egli, destatosi, sgridò il vento e la furia dell’acqua; e questi si acquetarono e si  fece bonaccia. E Gesù disse ai suoi discepoli: «Dov’è la vostra fede?». Ed essi, impauriti, si meravigliavano e si dicevano l’un l’altro:«Chi è mai costui, che comanda anche al vento e all’acqua, e gli ubbidiscono?».

Pietro, Giacomo e Giovanni conoscevano bene questo lago, erano cresciuti lì, abitavano lì, sulle sponde di questo lago, ed è lì che Gesù camminerà e svolgerà il suo ministero, Lui sarà nel posto dove loro erano perché Gesù è vicino, è dove sono i suoi.

Il lago di Galilea era stato spesso nei vangeli lo scenario di grandi avvenimenti, attorno a questo lago sono accadute grandi cose: la moltiplicazione dei pani e dei pesci(Mt 8:14-17), la guarigione della suocera di Pietro (Mt 8:15), l’apparizione di Gesù dopo la resurrezione (Mr. 21:4), era il lago dei miracoli, ma ora qui, in questo brano, la scena cambia e diventa il lago della paura, diventa un lago del terrore.

Come può levarsi una tempesta così potente e così improvvisa?  Questo lago si trova oltre 200 Mt sotto il livello del mare, è profondo circa 40 Mt ed è circondato da una catena montuosa, per questo motivo si creano depressioni meteorologiche e si scatenano improvvise tempeste.

Esattamente come accade nella nostra vita, mentre sembra che tutto vada come sempre, mentre tutto è calmo, all’improvviso arrivano tempeste inaspettate, che spesso destabilizzano la nostra fede, tempeste nella famiglia, nel lavoro, nelle relazioni, tempeste che creano agitazione e inquietudini, proprio dentro di noi, nei nostri cuori.

Ma quel giorno il lago sembrava impazzito, le onde si alzavano con prepotenza, la barca straripava d’acqua, il pericolo incombeva, i discepoli lottavano con le onde e con la paura, si correva per cercare una soluzione, una via d’uscita, qualcuno ammainava le vele, qualcun altro gettava l’ancora, qualcun altro cercava di scaricare l’acqua dalla barca, c’era agitazione, inquietudine, confusione, panico.

Ma Gesù riposava.

Gesù, un uomo che, come loro, si stancava, che, come loro, aveva  necessità di dormire, che, come loro, si trovava in una barca in mezzo alle furie del mare, ma che, diversamente da loro, non aveva paura, Lui riposava, e quello che Lui farà, quando i discepoli lo sveglieranno in preda alla paura, sarà semplicemente esercitare il suo dominio, la sua autorità e sgridare i venti, questo è esattamente quello che avrebbero dovuto fare i discepoli, quello che Lui si aspettava che loro facessero, quello che Lui si aspetta che ognuno di noi faccia davanti alle tempeste della vita.

Ecco come dovremmo reagire davanti alle difficoltà, questa è fede!

In Ebrei 10:38 leggiamo: “Il giusto vivrà per fede; ma se si tira indietro l’anima mia non lo gradisce “

Dio che è buono con tutti, ma se vogliamo essergli graditi la condizione è avere fede

L’apostolo Pietro nella sua prima lettera al capitolo 1:7 afferma “la fede è più preziosa dell’oro che perisce” perché l’oro, a differenza della fede, può essere rubato e comunque, prima o poi, sarà deteriorato.

Avere fede significa afferrarsi alle promesse di Dio, significa avere fiducia in Lui, in quello che Lui ha detto e in quello che Lui ha fatto.

Fede non è solo credere per ottenere miracoli, non è solo aspettare la manifestazione della Sua potenza, fede è riconoscere e sottomettersi alla Sua sovranità,

Non basta essere in chiesa, anche se è giusto, non basta cantare lodi a Dio, anche se è giusto, Dio è interessato a vedere in noi una fede determinata affinché possiamo entrare nel Suo riposo.

La vera fede è sempre dimostrabile e si dimostra proprio nella tempesta, possiamo anche piangere ma, se siamo saldi nella fiducia faremo tremare l’inferno.

Ma la fede può arretrare? e quando accade ?

  • davanti allo scoraggiamento cioè alla mancanza di coraggio che si può vivere quando la situazione diventa ingestibile, incontrollabile;
  • davanti alle delusioni della vita, cioè quelle esperienze che non avremmo voluto vivere e che ci fanno dubitare della potenza di Dio;
  • davanti alle notizie tragiche che hanno il potere di scuotere la nostra fede che ci fanno dubitare del Suo amore.

 Come possiamo fortificare la nostra fede? 3 punti 

Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e vedrai cavalli, carri e gente più numerosa di te, non li temere, perché il Signore, il tuo Dio, che ti fece salire dal paese d’Egitto, è con te. Deut. 20

  1. Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e vedrai…..

Cosa vedono i nostri occhi quando siamo in guerra? Vediamo  nemici, vediamo i carri nemici, vediamo distruzione e disfatta, dovremmo invece guardare a Cristo, capo e compitore della nostra fede, questo servirà a fortificare la nostra fede.

  1. non li temere….,

Non li temere significa rifiutare ogni sentimento di paura per proteggere la pace dei nostri cuori, questo servirà a fortificare la nostra fede.

  1. perché il Signore, il tuo Dio, che ti fece salire dal paese d’Egitto, è con te.

Non dimentichiamo i benefici, ricordiamoci da dove siamo stati tratti fuori, questo servirà a fortificare la nostra fede.

La paura di affrontare i nemici è un guerra che si combatte  cuori, un combattimento generato dalla visione di ciò che i nostri occhi hanno contemplato e che la mente ha poi elaborato minaccioso.

Per questo l’apostolo Paolo parlerà della necessità di rinnovare lo spirito della nostra mente: Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà Rm 12:2

Una mente nuova non pensa come pensava prima perché ha trovato in Dio l’ispirazione alla fede per vivere una vita in pace.

Se la mente non è rinnovata i pensieri naturali saranno sempre orientati al male.

E’ fondamentale fare una scelta per decidere da quali pensieri farci condurre; il consiglio di Paolo è: “Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi.” Fil 4:8-9

Paolo pregava affinché Dio fortifichi l’uomo interiore: “Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore” Ef. 3: 14-16

La tempesta non differenzia credenti da non credenti perché la tempesta viene su tutti. È inevitabile, le tribolazioni ci saranno nella vita di tutti, Gesù lo ha detto, senza usare mezzi termini: “Nel mondo avrete tribolazione” Gv 16:33, ciò che differenzia i credenti dai non credenti è la fede che emerge nella tempesta.

Dio vuole edificare e fortificare la nostra fede, portarci a un nuovo livello “all’altra riva” e, per passare all’altra riva è necessario prendere il largo, è necessario navigare in mezzo ai venti contrari, in un lago che sembra impazzito, sfidando onde più alte di noi.

Quel lago potrà anche diventare un lago di paura, un lago di terrore, uno scenario improvvisamente tragico, noi riposeremo perché sul quel lago, insieme a noi c’è ancora l’Iddio dei miracoli “Colui che non sonnecchia e non dorme”. Salmo 121:4 

                                                                                                              Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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ADEMPI IL TUO VOTO

“Io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” sono queste le parole di Gesù in Giovanni 10:10, Gesù è venuto, non solo per donarci la vita eterna, ma per garantirci una vita qualitativamente migliore, una vita dove regna la pace, dove regna la gioia e, questo è possibile perché nel momento in cui riceviamo il perdono dei peccati, nel momento in cui affidiamo la nostra vita a Dio e decidiamo di consacrarci a Lui e di servirlo, l’unzione di Dio viene versata su di noi, l’unzione dello Spirito Santo entra nei nostri cuori, per questo la Chiesa vive una dimensione diversa da quella che la società vive, una dimensione di liberta, la libertà dello Spirito Santo.

Se noi andiamo in chiesa non cambierà niente, ma se siamo Chiesa cambierà tutto, perché l’unzione di Dio non è versata su coloro che vanno in chiesa,  ma su coloro che sono Chiesa.

Nel vecchio testamento l’unzione veniva versata su categorie specifiche: sui re che dovevano governare e naturalmente necessitavano di  saggezza, sui sacerdoti che dovevano svolgere il servizio direttamente a Dio e sui profeti che dovevano parlare al popolo nel nome di Dio, e su tutti coloro che espletavano un servizio per Dio, che avevano un compito, che erano disposti.

L’unzione consisteva nello spargere un vasetto d’olio sul capo dell’unto, l’olio era figura della capacità, impartita da Dio, per svolgere il servizio affidatogli.

Oggi, nella dispensazione della grazia, l’unzione viene versata su ogni credente e  non conferisce solo abilità e capacità per svolgere un servizio, perché l’unzione di Dio è Dio stesso, è il Suo Spirito Santo che viene a dimorare nel nostro cuore e che agisce personalmente, direttamente e completamente nella  nostra vita.

Tutta la chiesa ha ricevuto questa unzione, tutta la Chiesa ha ricevuto lo Spirito Santo.

La Chiesa non potrebbe sussistere senza lo Spirito Santo, non sarebbe più la Chiesa di Cristo perché non avrebbe più la natura di Dio e rinnegherebbe la Sua stessa essenza, sarebbe soltanto un’assemblea di religiosi dove si troverebbe solo la forma, ma ciò che Dio desidera è poter guidare, con la sua unzione, la vita di ogni figlio perché “tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio” Ro 8:14

Ci sono diverse effusioni di Spirito Santo: c’è l’unzione che il credente riceve quando si converte che consiste nel ricevere discernimento e gioia, quella  gioia che ci incoraggia ad andare avanti, a sfidare le situazioni difficili di questo mondo, lo S.S. di Dio arriva nel cuore del credente e dona gioia, letizia, Tu hai amato la giustizia e hai odiato l’iniquità; perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni». ebrei 1:9 ; c’è l’unzione ministeriale che viene versata sulla vita di coloro che devono svolgere un ministero specifico; c’è l’unzione sul Corpo che crea l’unità di fede, l’unione di Corpo, perché su questa unità Dio ha stabilito la Sua unzione e la sua benedizione “Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme! 2 È come olio profumato che, sparso sul capo, scende sulla barba, sulla barba d’Aronne, che scende fino all’orlo dei suoi vestiti;3 è come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion; là infatti il SIGNORE ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno. “Salmo 133.

L’unzione del Corpo è quella unzione che viene manifestata attraverso l’amore, se non abbiamo amore per il Corpo, se non abbiamo amore gli uni per gli altri, questa unzione non  è manifestata. Noi non possiamo fare almeno della Chiesa, chi si stacca dalla Chiesa entra nel formalismo, prima o poi sarà trascinato lontano da Dio e perderà l’unzione.

Infine c’è l’ unzione per servirlo perché Dio dà un grande valore a qualsiasi cosa noi facciamo.

La Parola di Dio ci esorta a cercare l’unzione, dello S.S. perché è fondamentale, è vitale per il credente e per tutta la Chiesa “Ma quanto a voi, l’unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell’insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato.” 1 Gv 2:27

L’unzione si può cercare sviluppando una vita di  preghiera, di comunione e di relazione con Dio e si manifesterà proprio nella misura in cui cerchiamo Dio; ma l’unzione dipenderà anche da ciò che sceglieremo di fare e da ciò che sceglieremo di dire.

Nel libro dei giudici al capitolo 16 leggiamo la storia di un uomo che ha fatto delle scelte sbagliate, e per questo, finirà inesorabilmente per perdere l’unzione.

Si tratta di Sansone il cui nome significa “piccolo sole”.

Lui aveva ricevuto da Dio un’unzione specifica per un servizio specifico: liberare il popolo dalla mano dei filistei.

I filistei erano acerrimi nemici di Israele, oggi, per noi, sono figura del peccato che ci rende schiavi.

Sansone era venuto alla luce per vincerli.

Suo padre si chiamava Manoa; di sua mamma non si conosce il nome, ma la bibbia ci dice che era sterile.

Un giorno l’angelo del Signore apparve alla donna e le disse: “Ecco tu concepirai e partorirai un figlio sulla testa del quale non passerà rasoio perché il bambino sarà un nazireo consacrato a Dio dal seno di sua madre e sarà lui che comincerà a liberare Israele dalle mani dei filistei” Gc 13:5

Il voto di nazireato era un voto di consacrazione e, per il periodo in cui il credente era consacrato, doveva rispettare alcune norme:

  • non doveva bere vino ne’ mangiare uva o derivati dell’uva,
  • non doveva accostarsi ai corpi morti,
  • non doveva passare rasoio sul suo capo, quindi i suoi capelli, sempre più lunghi, sarebbe stati il segno evidente per tutti della sua consacrazione .

Manoa e sua moglie fecero per il loro figlio un voto di nazireato e lo adempirono; per diversi anni loro furono attenti nell’impartire una giusta educazione al loro figlio, attenti per  rimanere  fedeli a Dio, ma quando Sansone divenne adulto, dovette scegliere se continuare ad adempiere il voto o se  infrangerlo.

Nel momento in cui incontriamo per la prima volta l’amore di Dio e riceviamo il perdono dei peccati e la salvezza eterna molti voti vengono pronunciati davanti a Dio: “Signore da oggi non voglio più peccare, non voglio più offendere la tua santità,  poi, quando siamo spiritualmente più maturi sono altri gli impegni che assumiamo e i voti che pronunciamo: Signore dedico la mia vita interamente a te, voglio servirti , impegnarmi per te, comprendendo anche il prezzo da pagare per gli impegni assunti.

Dio ascolta i voti che facciamo, lui ascolta le preghiere e i desideri, le nostre confessioni, le nostre promesse e tutte le nostre dichiarazioni, nulla sfugge al Suo orecchio.

Ma ciò che per Dio è necessario che noi possiamo essere fedeli , onorare  il voto e le promesse fatte: salmo 15:4 dice “ma Egli (Dio) onora quelli che temono il SIGNORE. Se anche ha giurato a suo danno, non cambi.”.

La Chiesa non può e non deve tirarsi indietro, nel salmo 22:25 sta scritto: “Io adempirò i miei voti in presenza di quelli che ti temono” , perché la nostra determinazione nel mantenere l’impegno assunto con Dio deve comunque essere evidente a tutti, e nel salmo 76:11 Asaf dichiarava: “Fate voti al SIGNORE, al Dio vostro, e adempiteli”.

Salomone afferma addirittura “Meglio per te non fare voti che farli e poi non adempierli” Ec 5:5

Fare un voto significa assumersi una responsabilità nel fare qualcosa, e Dio non si identifica con chi non mantiene la parola data.
Ma Sansone deluse le aspettative dei suoi genitori e le aspettative di Dio e non mantenne il suo voto di consacrazione perché era un uomo dominato dalle sue stesse passioni carnali, e la sua passione erano le donne, la Scrittura ci racconta di tre legami che lui ha stretto con tre donne e una di esse era una prostituta , l’ultima si chiamava Dalila, una filistea, una donna che apparteneva al popolo nemico.

Giudici 16:4 Dopo questo si innamorò di una donna della valle di Sorec, che si chiamava Dalila. 5 I prìncipi dei Filistei salirono da lei e le dissero: «Tentalo, e vedi da dove viene quella sua gran forza, e come potremmo prevalere contro di lui per giungere a legarlo e a domarlo; e ti daremo ciascuno millecento sicli d’argento». 6 Dalila dunque disse a Sansone: «Dimmi, ti prego, da dove viene la tua gran forza e in che modo ti si potrebbe legare per domarti». […..]

16 La donna faceva ogni giorno pressione su di lui con le sue parole e lo tormentava. Egli ne fu rattristato a morte 17 e le aperse tutto il suo cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre; se mi tagliassero i capelli, la mia forza se ne andrebbe, diventerei debole e sarei come un uomo qualsiasi». 18 Dalila, visto che egli le aveva aperto tutto il suo cuore, mandò a chiamare i prìncipi dei Filistei e fece dire loro: «Venite su, questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore». Allora i prìncipi dei Filistei salirono da lei, e portarono con sé il denaro. 19 Lei lo fece addormentare sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece tagliare le sette trecce della testa di Sansone; così giunse a domarlo; e la sua forza lo lasciò. 20 Allora lei gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!» Egli, svegliatosi dal sonno, disse: «Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò». Ma non sapeva che il SIGNORE si era ritirato da lui. 21 I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di bronzo. Ed egli girava la macina nella prigione.

Una fine terribile per Sansone, che, fu sedotto e derubato della sua unzione e della sua comunione con Dio e senza neanche rendersene conto: “non sapeva che il SIGNORE si era ritirato da lui.’.

Lui che era stato scelto ed unto da Dio per vincere fu vinto.

Quale fu il suo errore?

Il suo errore fu credere di riuscire a farcela comunque: “Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò», nonostante avesse trascurato l’unzione, la sua consacrazione a Dio, nonostante avesse dimenticato il suo voto di nazireato.

Essere sedotti significa essere ammaliati, illusi ,trascinati e l’intenzione del seduttore è derubarci dell’unzione che è sulla nostra vita per trascinarci così in quello che è lo scopo infernale “domarci,  Dalila chiese :“in che modo ti si potrebbe legare per domarti???»

Domarci significa indurci a vivere una vita di religiosità, vuota, senza essenza, dove non si ha più nessuna forza per vincere i nemici spirituali, dove non si vive più nessuna relazione con Dio, dove non si crede più nella potenza di Dio e non ci si aspetta più niente dall’azione dello Spirito Santo.

Quando siamo privati dell’azione dello Spirito Santo siamo deboli, ma non è questa la volontà di Dio, Dio vuole che la Chiesa viva la vita dello Spirito, per non dipendere dalle nostre deboli capacità naturali, ma dalle Sue straordinarie capacità soprannaturali.

L’apostolo Paolo scriveva in filippesi 3:3 “perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne.

Sansone era forte. Ma e qual era il segreto di Sansone, qual era il segreto della sua forza?

Quando Dalila gli fece questa domanda lui rispose: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre”,

Questo era il segreto della sua forza, Sansone fu forte finché sul suo capo non passò rasoio, cioè finché fu un nazireo, un consacrato a Dio e  questa forza soprannaturale, che lui aveva ricevuto, era l’unzione dello Spirito Santo, l’unzione di cui era stato unto per vincere, un’unzione che durò fino a quando mantenne il suo voto.

La Chiesa come Sansone è nata per vincere, la Chiesa come Sansone ha ricevuto l’unzione per essere forte, per vincere tutti i nemici, Gesù ha dichiarato: “questa è la mia Chiesa e le porte dell’ades non prevaricheranno”.

Qual è il segreto della nostra forza? qual è il segreto delle nostre vittorie?

è lo stesso che era nella vita di Sansone: la consacrazione a Dio, la dedicazione a Colui che ci ha unto di Spirito Santo e di potenza,

L‘unzione per vincere sarà sempre sul credente fino a quando il credente sarà consacrato a Colui che l’ha unto.

La nostra responsabilità è preservare l’unzione; i nostri parenti, i nostri amici, i nostri conoscenti, chiunque può influenzare le nostre scelte, e se le nostre scelte non sono condotte dal senso di responsabilità, ma dalle nostre passioni carnali, saremmo indotti a infrangere i nostri voti di consacrazione e perdere così l’unzione che abbiamo ricevuto, proprio come è successo a Sansone. Quale sarà l’evidenza? una totale  mancanza di gioia nel servizio e nella comunione.

La seduzione è ovunque, la nostra Dalila è in agguato, e con il suo fascino potrebbe sedurci come sedusse Sansone che “le aprì tutto il suo cuore” e poi farci addormentare “sulle sue ginocchia” come si addormentò Sansone, per rubarci l’unzione e trovarci, senza rendercene conto, nelle mani dei nostri nemici a girare la macina della prigione.

Ma la Parola di Dio, ci avverte, ci dà una direzione e ci incoraggia, attraverso la storia di Sansone, attraverso l’errore di quest’uomo, a non dimenticare il segreto della nostra forza, il segreto delle nostre vittorie, il segreto della nostra potenza:

Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre”.

                                                                                                              Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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