Un giorno mentre Davide e i suoi uomini stavano rientrando a Siclag videro del fumo salire dal loro accampamento, il loro cuore tremò e quando si avvicinarono scoprirono una grande tragedia “[…..]gli Amalechiti avevano fatto una scorreria verso la regione meridionale e verso Siclag; avevano preso Siclag e l’avevano incendiata; avevano fatto prigionieri le donne e tutti quelli che vi si trovavano, piccoli e grandi; non avevano ucciso nessuno, ma avevano portato via tutti e se n’erano tornati da dove erano venuti. Quando Davide e la sua gente giunsero alla città, essa era distrutta dal fuoco e le loro mogli, i loro figli e le loro figlie erano stati condotti via prigionieri. Allora Davide e tutti quelli che erano con lui alzarono la voce e piansero, finché non ebbero più forza di piangere. [….]Davide fu grandemente angosciato: la gente parlava di lapidarlo, perché tutti erano amareggiati a motivo dei loro figli e delle loro figlie; ma Davide si fortificò nel Signore, nel suo Dio. Davide disse al sacerdote Abiatar, figlio di Aimelec: «Ti prego, portami qua l’efod». Abiatar portò l’efod a Davide. E Davide consultò il Signore, dicendo: «Devo inseguire questa banda di predoni? La raggiungerò?» Il Signore rispose: «Inseguila, poiché certamente la raggiungerai e potrai ricuperare ogni cosa.”(1Samuele 30:1,2,3,4,6,7,8)
Fu una grande sciagura, le moglie e i figli erano stati portati via, Davide e tutti gli uomini che erano con lui piansero fino a non avere più forza, l’angoscia aveva catturato il loro cuore e l’angoscia produce sempre irritabilità, gli uomini in preda all’ira volevano lapidare Davide ritenendolo responsabile dell’accaduto, ma Davide reagì in modo diverso, la Scrittura dice che lui si fortificò nel Signore.
Lo scoraggiamento è un arma letale, non ci fa vedere la via d’uscita, può abbatterci fino al punto di non saperci più rialzare. Il diavolo cercherà sempre di scoraggiare e purtroppo a volte lo fa attraverso le persone.
Davide non aveva solo perso la sua famiglia ma, in quel momento si trovò davanti 600 uomini infuriati contro di lui.
Avrebbe potuto scoraggiarsi? Si, ma lui decise di fortificarsi nel Signore.
Fortificarsi significa prendere forza, coraggio, ma nella sua radice ebraica questo termine indica legarsi, fissarsi su qualcosa o qualcuno. Davide si stava fissando sul Signore, in quella situazione così difficile avrebbe potuto abbattersi, perdere il controllo, ma lui sapeva che aveva bisogno di incoraggiare se’ stesso, di fortificarsi.
La Scrittura dice che la prima cosa che Davide fece fu chiedere al sacerdote di portargli l’efod per consultare il Signore poi domandò a Dio «Devo inseguire questa banda di predoni? La raggiungerò?» Il Signore rispose: «Inseguila, poiché certamente la raggiungerai e potrai ricuperare ogni cosa”
Dio continuerà sempre ad incoraggiarci all’azione, ci incoraggerà sempre ad andare avanti, ad alzarci dalla nostra condizione, a combattere e a credere nella vittoria, lui è lo stesso non cambia.
Davide non ha cercato di incoraggiare gli altri perché ha compreso che, come gli altri, aveva necessità di invocare il Signore; serve a poco incoraggiare gli altri mentre siamo noi stessi in una condizione di scoraggiamento.
Il Signore ci spingerà a incoraggiare gli altri solo quando noi siamo forti, perché non tutti riescono a fortificarsi senza l’aiuto di qualcun’altro.
Mosè per esempio fu chiamato da Dio a fortificare Giosuè: “Giosuè, figlio di Nun, che ti serve, vi entrerà; fortificalo, perché egli metterà Israele in possesso di questo paese”. (Deuteronomio1:38), e Mosè fortificò Giosuè, lo incoraggiò ricordargli le vittorie, ricordargli le strategie di guerra, ricordargli la fedeltà di Dio e la Sua potenza.
Anche nel nuovo testamento troviamo l’invito dell’apostolo Paolo a consolarci reciprocamente: “Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d’amore e di pace sarà con voi”. (2Corinzi 1311)
Sicuramente essere forti dipende anche da ciò che si ascolta.
Nella Bibbia abbiamo la storia di Gedeone, un uomo che desiderava vedere la gloria di Dio e mentre lavorava invocava il Signore per la liberazione del suo paese dall’oppressione dei madianiti.
Dio un giorno lo chiamò e gli disse di prepararsi perché lui stesso avrebbe liberato il paese, ma Gedeone aveva paura, si sentiva impreparato, insufficiente, Dio allora lo inviò nell’accampamento nemico perché potesse udire qualcosa di interessante, qualcosa che avrebbe incoraggiato la sua impresa: ” […..] «Alzati, piomba sull’accampamento, perché io l’ho messo nelle tue mani. Ma se hai paura di farlo, scendi con Pura, tuo servo, e udrai quello che dicono; e, dopo questo, le tue mani saranno fortificate per piombare sull’accampamento». [……] Quando Gedeone arrivò, un uomo stava raccontando un sogno a un suo compagno e gli diceva: «Ho fatto un sogno. C’era un pane tondo, d’orzo, che rotolava nell’accampamento di Madian, giungeva alla tenda, la investiva, in modo da farla cadere, da rovesciarla, da lasciarla per terra». Il suo compagno gli rispose e gli disse: «Questo non è altro che la spada di Gedeone, figlio di Ioas, uomo d’Israele; Dio ha messo nelle sue mani Madian e tutto l’accampamento». Quando Gedeone ebbe udito il racconto del sogno e la sua interpretazione, adorò Dio; poi tornò all’accampamento d’Israele e disse: «Alzatevi, perché il Signore ha messo nelle vostre mani l’accampamento di Madian!» (Giudici 7:9,10,11,13,14,15)
Quello che noi udiamo ci influenzerà comunque, ci potrà rendere più forti o ci potrà rendere più deboli.
Quando lo Spirito Santo scese sui 120 questi uomini furono trasformati dalla potenza di Dio.
Fin a quel momento, in diverse occasioni, Pietro aveva mostrato paura, ma dopo l’esperienza della pentecoste, diventò un uomo di coraggio, un uomo d’azione, predicò con franchezza davanti a centinaia di persone senza paura e 3.000 presenti si convertirono al Vangelo.
Ma ciò che fu straordinario in quel giorno non fu soltanto il numero elevato di conversioni, ma il cambiamento radicale che si manifestò: i neofiti abbandonarono immediatamente e completamente il vecchio modello di vita, per vivere la nuova vita in Cristo.
Prima di allora questi uomini erano stati dei religiosi, pii ebrei, andavano a Gerusalemme tre volte l’anno, frequentavano la sinagoga, praticavano i rituali, ma dopo quell’esperienza, improvvisamente iniziarono a vivere uno stile di vita diverso, senza più formalismi, senza ipocrisie, senza apparenza, senza paure.
Chi è rigenerato esce fuori dai vecchi schemi, fuori dal ritualismo, fuori da ogni forma di superficialità, per vivere una vita di coraggio.
Atti 2:42 ci descrive la vita di questi uomini: “Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.”
E’ necessario che cresciamo in forza e in coraggio essendo perseveranti nella comunione, nell’insegnamento e nella preghiera, per non essere più bambini: “Infatti, mentre a quest’ora dovreste essere maestri, avete di nuovo bisogno che vi s’insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido.” (Ebrei 5:12)
Davide il cui nome significa amato, preferito, fu l’unto del Signore, ma nonostante unto, amato e favorito non fu esonerato dai momenti difficili perché le difficoltà sono inventabili per tutti , ma in questa storia lui ci insegna che nei momenti difficili è possibile restare calmi senza precipitare nello scoraggiamento e nell’irritabilità, è possibile fortificarsi nel Signore e nella sua forza, l’apostolo Paolo scriverà nel nuovo testamento: ”Per ultima cosa voglio ricordarvi che dovete prendere forza dal Signore, dalla Sua potenza straordinaria.” (Efesini 6:10 versione la Parola è vita).
Persone che hanno bisogno di fortificarsi nel Signore e persone che incoraggiano gli altri e, ma possiamo dire, senza ombra di dubbio, che la Chiesa è il luogo dove non mancherà mai l’aiuto e la consolazione, ed è anche il luogo dove potremo sicuramente udire quella parola capace di fortificarci e rialzarci.
Allora il consiglio della Parola è: fortifichiamoci nel Signore, aiutiamo gli altri a fortificarsi e stiamo attenti a ciò che udiamo.
Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica.