COM’È LA TUA VESTE

Nel nuovo testamento troviamo la storia di uno sposo che entrando nella sala delle nozze nota un invitato che non ha l’abito adatto: “Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l’abito di nozze. E gli disse: “Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?” E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: “Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridore dei denti “ (Mt 22:11-13)

Senza le vesti bianche non entreremo nel Regno di Dio, non saremo ricevuti, solo chi ha vesti candide entrerà alla presenza di Dio.

L’Apostolo Giovanni riceve la rivelazione, Lui vede il trono di Dio e davanti al trono una grande folla di redenti vestiti con vesti bianche: “Dopo queste cose vidi una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue; questi stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani. […..] Poi uno degli anziani si rivolse a me, dicendo: «Chi sono costoro che sono coperti di bianche vesti, e da dove sono venuti?». Ed io gli dissi: «Signore mio, tu lo sai». Egli allora mi disse: «Costoro sono quelli che sono venuti dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Per questo essi sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte nel suo tempio […]”. (Ap7:9-15)

In questo testo si parla di vesti, è naturalmente un linguaggio figurativo, simbolico, perché quello che viene purificato è chiaramente la nostra anima.

Le macchie dell’anima sono dei veri e propri pesi che gravano sulla nostra vita, che rubano la nostra gioia, sono come ombre che nascondono la luce e la speranza in Cristo, carichi che fanno perdere la consapevolezza della Sua presenza, che ci rendono insensibili e ci  fanno perdere interesse per il Regno.

Noi possiamo anche fingere, indossare un bellissimo abito religioso, essere vestiti elegantemente, apparire ben puliti, ma nelle nostre parti più nascoste continuare ad essere sporchi; sicuramente un vestito può nascondere bene realtà non piacevoli e tante volte riusciamo anche a ingannare gli altri, ma Apocalisse19:12 afferma che Gesù ha gli occhi che sono una fiamma di fuoco, questo vuol dire che il Suo sguardo va aldilà dell’apparenza, penetra nel profondo, nel segreto del cuore e brucia ciò che non è conforme alla Sua volontà.

Siamo nudi davanti a Dio!

Al tempo dei giudici il popolo indossava abiti di apparenza, si vantava di essere santo, di essere giusto, ma Isaia denunciò la loro falsità affermando che la loro giustizia era distorta, era sporca: ”Tutti quanti siamo diventati come l’uomo impuro, tutta la nostra giustizia come un abito sporco”.(Isaia 64:6), il popolo però continuava a rifiutare l’aiuto di Dio: “Ho steso tutto il giorno le mani verso un popolo ribelle, che cammina per una via non buona, seguendo i propri pensieri; [….]; che dice: “Fatti in là, non ti avvicinare perché io sono più santo di te”.(Isaia 5:2,5)

Dobbiamo lasciare a Dio la possibilità di aiutarci.

Sicuramente potrebbe anche succedere che le macchie dei nostri vestiti non siano visibili ai nostri occhi perché alcune macchie, a volte  sebbene siano state ripulite  lasciano comunque un alone, per esempio quelle di un rossetto, oppure il sangue.

Ma la volontà di Dio è rendere perfettamente bianche le nostre vesti, per questo ha provveduto l’espiazione dei nostri peccati.

Il termine espiazione, nell’antico testamento, significa riparare un errore, mettere a posto qualcosa che è fuori posto, ripristinare.

Quando si commetteva un peccato il colpevole doveva pagare, cioè compiere un atto di riparazione.

Il sangue di Cristo ha riparato tutti i danni che abbiamo fatto, espiato tuti i nostri peccati e ristabilito pienamente la nostra vita, Gesù rende completamente bianca la nostra anima, senza lasciare nessuna traccia, nessun alone e davanti a Dio diventiamo completamente puri.

Nell’antico testamento l’organizzazione di un matrimonio prevedeva che fossero gli sposi a fornire le vesti agli invitati e questo Dio lo ha fatto con ognuno di noi, Lui ha provveduto le vesti necessarie per le grandi nozze dell’Agnello, sono vesti di salvezza e di giustizia.

“Io mi rallegrerò grandemente nell’Eterno, la mia anima festeggerà nel mio DIO, perché mi ha rivestito con le vesti della salvezza, mi ha coperto col manto della giustizia, come uno sposo che si mette un diadema, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli.” Isaia 61:10

Fin dalla genesi Dio si era preoccupato di rivestire la nudità dell’uomo e Dio aveva provveduto le prime vesti per coprire la vergogna a cui il peccato ci aveva esposti.

L’apostolo Paolo dice: “[…..] rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri”.(Ro 13:14)

A volte ci sembra difficile, ma non lo è perché l’atto espiatorio di Gesù ha ripristinato l’immagine di Dio in noi.

Anche se il nostro vestito si sporca Dio è disposto a rimbiancarlo nuovamente.

Un giorno Gesù ha lavato i piedi dei discepoli:“3Gesù, [……] 4 si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. 5 Poi mise dell’acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale era cinto. 6 Si avvicinò dunque a Simon Pietro, il quale gli disse: «Tu, Signore, lavare i piedi a me?» 7 Gesù gli rispose: «Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo». 8 Pietro gli disse: «Non mi laverai mai i piedi!» Gesù gli rispose: «Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me.” (Gi 13:3-8)

Lavare i piedi a qualcuno era segno di accettazione, quando un ospite entrava in una casa il padrone di casa lavava i piedi dell’ospite come segno di benvenuto.

Gesù ha manifestato la sua accettazione, lui ci accetta così come siamo, anche quando i nostri piedi sono sporchi, Lui non ci condanna, ma al contrario ci esorta ad andare a Lui.

L’apostolo Giovanni, ispirato dallo Spirito Santo, nella sua epistola ci rassicura: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto”. (I Gi 2:1)

 Molto presto Gesù ritornerà per rapire la sua Chiesa: “Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia e custodisce le sue vesti per non andare nudo e non lasciar così vedere la sua vergogna”. (Ap 16:15),  e la Bibbia dice che: ” […..] due saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata” (Mt 24: 40,41)

Dio non guarderà a nient’altro che alle nostre vesti, non si tratta di appartenere a una religione, non si tratta di avere fatto buone opere, non si tratta di essere stati sempre presenti, ciò che ci permetterà di entrare nel Regno sarà solo, semplicemente e unicamente una veste bianca.

Per questo Giovanni nell’ultimo libro della Bibbia sta ancora oggi gridando alle Chiese: “Custodisci le tue vesti! “

                                                                                                            Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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