FAI LA SCELTA GIUSTA

FAI LA SCELTA GIUSTA

 Eliseo se ne tornò a Ghilgal. Nel paese c’era la carestia. Mentre i discepoli dei profeti stavano seduti davanti a lui, egli disse al suo servo: «Metti la pentola grande sul fuoco, e prepara una minestra per i discepoli dei profeti». Uno di questi andò fuori per i campi a cogliere erbe; trovò una specie di vite selvatica, ne colse i frutti, le colloquintide, e se ne riempì la veste; e al suo ritorno, li tagliò a pezzi e li mise nella pentola dov’era la minestra; ma non si sapeva che cosa fossero. Poi versarono la minestra a quegli uomini perché mangiassero; ma appena l’ebbero assaggiata, esclamarono: «Uomo di Dio, c’è la morte nella pentola!» E non ne poterono mangiare. Eliseo disse: «Ebbene, portatemi della farina!» La gettò nella pentola e disse: «Versatene a questa gente perché mangi». E non c’era più nulla di cattivo nella pentola.” (2 Re 4:38-41)

Il discepolo del profeta fu poco attento nel raccogliere le erbe,  non seppe scegliere, non separò le erbe giuste da quelle sbagliate, raccolse tutto, anche quelle che non erano buone, quelle che erano velenose e con queste erbe  preparò una minestra, ma in quella minestra c’era la morte.

Se facciamo scelte sbagliate incontreremo la morte e quando la morte arriva è indolore.

Sappiamo che Dio ci ha salvato dalla morte, siamo stati risuscitati in Cristo,“ in Efesini 2:5 è scritto “anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo voi siete salvati per grazia”. Paolo dice ai Colossesi al capitolo3 “Se dunque voi siete stati risuscitati cercate le cose di lassù.”

Ora che siamo stati risuscitati dobbiamo restare lontani dalla morte e scegliere per il Signore continuamente.

Siamo sicuri di fare le scelte giuste quando preghiamo, quando lo innalziamo, quando  lo lodiamo, quando lo ringraziamo, perché se Dio è il nostro punto di riferimento allora le nostre scelte saranno giuste, se invece siamo cristiani nominali, se la nostra confessione di fede è solo una confessione verbale, se sono solo parole, allora la nostra vita sarà come quella minestra, una vita amara che porterà inevitabilmente alla morte.

Gesù ha pregato per noi in Giovanni 17 e sicuramente Dio ha ascoltato la preghiera di Gesù, ma siamo noi a determinare il nostro cammino, dipende dai nostri pensieri, dal nostro comportamento, dalle nostre scelte.

Quest’uomo era un discepolo da tanti anni, era un uomo di Dio, seguiva Eliseo, ma non seppe scegliere.

Forse ci troviamo nella stessa condizione, magari abbiamo fatto scelte sbagliate e queste scelte ci hanno portato lontano dal Signore e questo non è successo perché Dio ci ha lasciato, Dio non abbandona mai nessuno, forse abbiamo permesso che la gelosia regnasse nei nostri cuori, abbiamo permesso al peccato di dominare la nostra vita e ora ci sentiamo meno zelanti, non sentiamo più la Sua presenza, la Sua guida, la Sua protezione, ci sentiamo abbandonati da Dio.

Cosa hanno fatto questi uomini quando hanno compreso che le erbe erano amare, che la minestra era avvelentata?

Loro hanno avuto il coraggio di andare davanti a Eliseo e chiedere aiuto ed Eliseo ha sanato la minestra.

E’ necessario andare dal Maestro e confessare il nostro peccato, chiedere perdono per i nostri errori e dire: ”Signore ho accettato compromessi, mi sono nutrito di cose sbagliate, nonostante lo Spirito Santo mi abbia detto di non farlo e, mentre gli altri pensano che  tutto va bene, io mi sento morire”.

Se, come i discepoli di Eliseo, abbiamo il coraggio di andare da Gesù, Egli risanerà la nostra vita.

Eliseo rispose: ”Portatemi della farina”. Portano la farina e Eliseo la buttò nella minestra.

La farina ci ricorda il pane e il pane è figura della Parola, se noi torniamo alla Parola di Dio, se ritorniamo ad ubbidire alla Parola possiamo risanare ciò che di amaro c’è nella nostra vita.

La Parola di Dio è l’unica nostra regola è una lampada ai nostri piedi che non ci permette di inciampare, una luce sul nostro sentiero che non ci permette di smarrirci, la Sua Parola è il limite entro cui dobbiamo restare, è il recinto entro cui siamo certi di trovare protezione.

Il fondatore dell’esercito della salvezza diceva : “Bisogna credere alle cose che diciamo di credere”.

I discepoli dei profeti erano ai piedi di Eliseo, pendevano dalle loro labbra di Eliseo, non solo ascoltavano, ma volevano praticare il consiglio di Eliseo, oggi questa Parola può restare solo una parola predicata, ma, se oltre ad essere una parola predicata è una parola praticata saremo beati, nel vangelo di troviamo scritto: “Beati quelli che osservano i suoi precetti, che lo cercano con tutto il cuore (Sl 119:2)

Ci sono veleni che uccidono immediatamente e ci sono veleni che uccidono lentamente,  radici di amarezze che lentamente spengano le nostra esistenza.

Ma questi discepoli erano vicino ad Eliseo e hanno ritrovato la via della vita, se noi siamo vicini al Signore, il Signore ci riporterà nelle sue vie.

Se noi lo vogliamo Gesù  può liberarci, può aiutarci, in Isaia 59:19 è scritto: “quando l’avversario verrà come una fiumana lo Spirito del Signore lo metterà in fuga.”

Quando ci fu la deportazione babilonese, Daniele e i suo amici furono portati nel palazzo del re e addestrati per svolgere compiti particolari.

I babilonesi li istruirono secondo la loro cultura e cambiarono i loro nomi, assegnarono loro dei nomi che inneggiavano i loro dei, tentarono di distruggere la loro identità e il loro passato, di cancellare le loro radici ebraiche, ma questi uomini rimasero fedeli a Dio, non vollero contaminarsi con i cibi del re, non accettarono compromessi, e un giorno si tovarono davanti a una scelta molto difficile, inchinarsi davanti ad una statua oppure morire in una fornace di fuoco, ma davanti a questa minaccia risposero: “Il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dei e non adoreremo la statua d’oro che tu hai fatto erigere.” (Daniele 3:17,18)

Anche nella vita di Giobbe possiamo vedere la stessa integrità.

Conosciuto proprio per i garndi momenti di dolore e di prova, Giobbe rimase fedele al Signore fino alla fine e,  anche quando sua moglie lo scoraggiò invitandolo a maledire Dio, Giobbe le rispose:”: “Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, rifiuteremmo di accettare il male?(Giobbe 2:10)

Sicuramente si attraversano momenti e situazioni che possono farci sentire scoraggiati, possono farci sentire il sapore delle erbe amare nelle nostre vite, ma il Signore ci inviterà sempre alla fede e all’ubbidienza, ci condurrà sempre a una nuova speranza.

Anche il profeta Elia un giorno fu scoraggiato perché temeva le minacce di Iezebel, una donna pagana e crudele che stava cercando di sviare il popolo di Dio, Elia si spaventò e scappò nel deserto, ma il Signore lo richiamò alla fede.

Dio vuole liberarci da ciò che ci amareggia, farci respirare aria fresca, ma l’aria fresca si trova al disopra delle nuvole

Eliseo fu un grande uomo di Dio, un uomo che aveva la doppia unzione, che fece tantissimi miracoli, sfamò centinaia di persone, guarì un lebbroso, aprì gli occhi al suo servo, ma dobbiamo ricordarci che in mezzo a noi c’è qualcuno che è piu grande di Eliseo qualcuno che è in grado di rialzare il nostro capo.

Se abbiamo fatto scelte sbagliate e ci troviamo a mangiare erbe amare, se c’è amarezza nei nostri cuori, Gesù non ci ha abbandonato, Lui non ha girato le spalle, quando Pietro lo ha rinnegato Gesù non lo ha abbandonato al suo tradimento, ma lo ha incontrato, Pietro ha potuto rivedere negli occhi di Gesù il Suo perdono, ha potuto scorgere lo stesso amore e la stessa misericordia.

Dio vuole risanare ogni minestra amara.

Per risanare quella  minestra Eliseo ebbe bisogno della farina, noi, abbiamo bisogno di Cristo, il pane disceso dal cielo, abbiamo bisogno di quel pane di vita, di Colui che può risanare ogni radice di amarezza.

Un giorno Dio ha fatto una scelta, Lui ha scelto la Chiesa per essere una luce in mezzo ad una generazione che va sempre più alla deriva e per questo ognuno che sa di essere Chiesa ha una grande responsabilità: fare la scelta giusta e stare attenti alle erbe amare.

Past. Alessandro Occhipinti

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