DOV’È LA VOSTRA FEDE?
Luca 8:22-25” Ora uno di quei giorni avvenne che egli salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». Ed essi presero il largo. Mentre navigavano, egli si addormentò; e un turbine di vento si abbatté sul lago, tanto che la barca si riempiva, ed erano in pericolo. Allora essi, accostatisi, lo svegliarono, dicendo: «Maestro, maestro, noi periamo!». Ed egli, destatosi, sgridò il vento e la furia dell’acqua; e questi si acquetarono e si fece bonaccia. E Gesù disse ai suoi discepoli: «Dov’è la vostra fede?». Ed essi, impauriti, si meravigliavano e si dicevano l’un l’altro:«Chi è mai costui, che comanda anche al vento e all’acqua, e gli ubbidiscono?».
Pietro, Giacomo e Giovanni conoscevano bene questo lago, erano cresciuti lì, abitavano lì, sulle sponde di questo lago, ed è lì che Gesù camminerà e svolgerà il suo ministero, Lui sarà nel posto dove loro erano perché Gesù è vicino, è dove sono i suoi.
Il lago di Galilea era stato spesso nei vangeli lo scenario di grandi avvenimenti, attorno a questo lago sono accadute grandi cose: la moltiplicazione dei pani e dei pesci(Mt 8:14-17), la guarigione della suocera di Pietro (Mt 8:15), l’apparizione di Gesù dopo la resurrezione (Mr. 21:4), era il lago dei miracoli, ma ora qui, in questo brano, la scena cambia e diventa il lago della paura, diventa un lago del terrore.
Come può levarsi una tempesta così potente e così improvvisa? Questo lago si trova oltre 200 Mt sotto il livello del mare, è profondo circa 40 Mt ed è circondato da una catena montuosa, per questo motivo si creano depressioni meteorologiche e si scatenano improvvise tempeste.
Esattamente come accade nella nostra vita, mentre sembra che tutto vada come sempre, mentre tutto è calmo, all’improvviso arrivano tempeste inaspettate, che spesso destabilizzano la nostra fede, tempeste nella famiglia, nel lavoro, nelle relazioni, tempeste che creano agitazione e inquietudini, proprio dentro di noi, nei nostri cuori.
Ma quel giorno il lago sembrava impazzito, le onde si alzavano con prepotenza, la barca straripava d’acqua, il pericolo incombeva, i discepoli lottavano con le onde e con la paura, si correva per cercare una soluzione, una via d’uscita, qualcuno ammainava le vele, qualcun altro gettava l’ancora, qualcun altro cercava di scaricare l’acqua dalla barca, c’era agitazione, inquietudine, confusione, panico.
Ma Gesù riposava.
Gesù, un uomo che, come loro, si stancava, che, come loro, aveva necessità di dormire, che, come loro, si trovava in una barca in mezzo alle furie del mare, ma che, diversamente da loro, non aveva paura, Lui riposava, e quello che Lui farà, quando i discepoli lo sveglieranno in preda alla paura, sarà semplicemente esercitare il suo dominio, la sua autorità e sgridare i venti, questo è esattamente quello che avrebbero dovuto fare i discepoli, quello che Lui si aspettava che loro facessero, quello che Lui si aspetta che ognuno di noi faccia davanti alle tempeste della vita.
Ecco come dovremmo reagire davanti alle difficoltà, questa è fede!
In Ebrei 10:38 leggiamo: “Il giusto vivrà per fede; ma se si tira indietro l’anima mia non lo gradisce “
Dio che è buono con tutti, ma se vogliamo essergli graditi la condizione è avere fede
L’apostolo Pietro nella sua prima lettera al capitolo 1:7 afferma “la fede è più preziosa dell’oro che perisce” perché l’oro, a differenza della fede, può essere rubato e comunque, prima o poi, sarà deteriorato.
Avere fede significa afferrarsi alle promesse di Dio, significa avere fiducia in Lui, in quello che Lui ha detto e in quello che Lui ha fatto.
Fede non è solo credere per ottenere miracoli, non è solo aspettare la manifestazione della Sua potenza, fede è riconoscere e sottomettersi alla Sua sovranità,
Non basta essere in chiesa, anche se è giusto, non basta cantare lodi a Dio, anche se è giusto, Dio è interessato a vedere in noi una fede determinata affinché possiamo entrare nel Suo riposo.
La vera fede è sempre dimostrabile e si dimostra proprio nella tempesta, possiamo anche piangere ma, se siamo saldi nella fiducia faremo tremare l’inferno.
Ma la fede può arretrare? e quando accade ?
- davanti allo scoraggiamento cioè alla mancanza di coraggio che si può vivere quando la situazione diventa ingestibile, incontrollabile;
- davanti alle delusioni della vita, cioè quelle esperienze che non avremmo voluto vivere e che ci fanno dubitare della potenza di Dio;
- davanti alle notizie tragiche che hanno il potere di scuotere la nostra fede che ci fanno dubitare del Suo amore.
Come possiamo fortificare la nostra fede? 3 punti
Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e vedrai cavalli, carri e gente più numerosa di te, non li temere, perché il Signore, il tuo Dio, che ti fece salire dal paese d’Egitto, è con te. Deut. 20
- Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e vedrai…..
Cosa vedono i nostri occhi quando siamo in guerra? Vediamo nemici, vediamo i carri nemici, vediamo distruzione e disfatta, dovremmo invece guardare a Cristo, capo e compitore della nostra fede, questo servirà a fortificare la nostra fede.
- non li temere….,
Non li temere significa rifiutare ogni sentimento di paura per proteggere la pace dei nostri cuori, questo servirà a fortificare la nostra fede.
- perché il Signore, il tuo Dio, che ti fece salire dal paese d’Egitto, è con te.
Non dimentichiamo i benefici, ricordiamoci da dove siamo stati tratti fuori, questo servirà a fortificare la nostra fede.
La paura di affrontare i nemici è un guerra che si combatte cuori, un combattimento generato dalla visione di ciò che i nostri occhi hanno contemplato e che la mente ha poi elaborato minaccioso.
Per questo l’apostolo Paolo parlerà della necessità di rinnovare lo spirito della nostra mente: Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà Rm 12:2
Una mente nuova non pensa come pensava prima perché ha trovato in Dio l’ispirazione alla fede per vivere una vita in pace.
Se la mente non è rinnovata i pensieri naturali saranno sempre orientati al male.
E’ fondamentale fare una scelta per decidere da quali pensieri farci condurre; il consiglio di Paolo è: “Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi.” Fil 4:8-9
Paolo pregava affinché Dio fortifichi l’uomo interiore: “Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore” Ef. 3: 14-16
La tempesta non differenzia credenti da non credenti perché la tempesta viene su tutti. È inevitabile, le tribolazioni ci saranno nella vita di tutti, Gesù lo ha detto, senza usare mezzi termini: “Nel mondo avrete tribolazione” Gv 16:33, ciò che differenzia i credenti dai non credenti è la fede che emerge nella tempesta.
Dio vuole edificare e fortificare la nostra fede, portarci a un nuovo livello “all’altra riva” e, per passare all’altra riva è necessario prendere il largo, è necessario navigare in mezzo ai venti contrari, in un lago che sembra impazzito, sfidando onde più alte di noi.
Quel lago potrà anche diventare un lago di paura, un lago di terrore, uno scenario improvvisamente tragico, noi riposeremo perché sul quel lago, insieme a noi c’è ancora l’Iddio dei miracoli “Colui che non sonnecchia e non dorme”. Salmo 121:4
Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica.
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“Io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” sono queste le parole di Gesù in Giovanni 10:10, Gesù è venuto, non solo per donarci la vita eterna, ma per garantirci una vita qualitativamente migliore, una vita dove regna la pace, dove regna la gioia e, questo è possibile perché nel momento in cui riceviamo il perdono dei peccati, nel momento in cui affidiamo la nostra vita a Dio e decidiamo di consacrarci a Lui e di servirlo, l’unzione di Dio viene versata su di noi, l’unzione dello Spirito Santo entra nei nostri cuori, per questo la Chiesa vive una dimensione diversa da quella che la società vive, una dimensione di liberta, la libertà dello Spirito Santo.
Se noi andiamo in chiesa non cambierà niente, ma se siamo Chiesa cambierà tutto, perché l’unzione di Dio non è versata su coloro che vanno in chiesa, ma su coloro che sono Chiesa.
Nel vecchio testamento l’unzione veniva versata su categorie specifiche: sui re che dovevano governare e naturalmente necessitavano di saggezza, sui sacerdoti che dovevano svolgere il servizio direttamente a Dio e sui profeti che dovevano parlare al popolo nel nome di Dio, e su tutti coloro che espletavano un servizio per Dio, che avevano un compito, che erano disposti.
L’unzione consisteva nello spargere un vasetto d’olio sul capo dell’unto, l’olio era figura della capacità, impartita da Dio, per svolgere il servizio affidatogli.
Oggi, nella dispensazione della grazia, l’unzione viene versata su ogni credente e non conferisce solo abilità e capacità per svolgere un servizio, perché l’unzione di Dio è Dio stesso, è il Suo Spirito Santo che viene a dimorare nel nostro cuore e che agisce personalmente, direttamente e completamente nella nostra vita.
Tutta la chiesa ha ricevuto questa unzione, tutta la Chiesa ha ricevuto lo Spirito Santo.
La Chiesa non potrebbe sussistere senza lo Spirito Santo, non sarebbe più la Chiesa di Cristo perché non avrebbe più la natura di Dio e rinnegherebbe la Sua stessa essenza, sarebbe soltanto un’assemblea di religiosi dove si troverebbe solo la forma, ma ciò che Dio desidera è poter guidare, con la sua unzione, la vita di ogni figlio perché “tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio” Ro 8:14
Ci sono diverse effusioni di Spirito Santo: c’è l’unzione che il credente riceve quando si converte che consiste nel ricevere discernimento e gioia, quella gioia che ci incoraggia ad andare avanti, a sfidare le situazioni difficili di questo mondo, lo S.S. di Dio arriva nel cuore del credente e dona gioia, letizia, Tu hai amato la giustizia e hai odiato l’iniquità; perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con olio di letizia, a preferenza dei tuoi compagni». ebrei 1:9 ; c’è l’unzione ministeriale che viene versata sulla vita di coloro che devono svolgere un ministero specifico; c’è l’unzione sul Corpo che crea l’unità di fede, l’unione di Corpo, perché su questa unità Dio ha stabilito la Sua unzione e la sua benedizione “Ecco quant’è buono e quant’è piacevole che i fratelli vivano insieme! 2 È come olio profumato che, sparso sul capo, scende sulla barba, sulla barba d’Aronne, che scende fino all’orlo dei suoi vestiti;3 è come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion; là infatti il SIGNORE ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno. “Salmo 133.
L’unzione del Corpo è quella unzione che viene manifestata attraverso l’amore, se non abbiamo amore per il Corpo, se non abbiamo amore gli uni per gli altri, questa unzione non è manifestata. Noi non possiamo fare almeno della Chiesa, chi si stacca dalla Chiesa entra nel formalismo, prima o poi sarà trascinato lontano da Dio e perderà l’unzione.
Infine c’è l’ unzione per servirlo perché Dio dà un grande valore a qualsiasi cosa noi facciamo.
La Parola di Dio ci esorta a cercare l’unzione, dello S.S. perché è fondamentale, è vitale per il credente e per tutta la Chiesa “Ma quanto a voi, l’unzione che avete ricevuta da lui rimane in voi, e non avete bisogno dell’insegnamento di nessuno; ma siccome la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera, e non è menzogna, rimanete in lui come essa vi ha insegnato.” 1 Gv 2:27
L’unzione si può cercare sviluppando una vita di preghiera, di comunione e di relazione con Dio e si manifesterà proprio nella misura in cui cerchiamo Dio; ma l’unzione dipenderà anche da ciò che sceglieremo di fare e da ciò che sceglieremo di dire.
Nel libro dei giudici al capitolo 16 leggiamo la storia di un uomo che ha fatto delle scelte sbagliate, e per questo, finirà inesorabilmente per perdere l’unzione.
Si tratta di Sansone il cui nome significa “piccolo sole”.
Lui aveva ricevuto da Dio un’unzione specifica per un servizio specifico: liberare il popolo dalla mano dei filistei.
I filistei erano acerrimi nemici di Israele, oggi, per noi, sono figura del peccato che ci rende schiavi.
Sansone era venuto alla luce per vincerli.
Suo padre si chiamava Manoa; di sua mamma non si conosce il nome, ma la bibbia ci dice che era sterile.
Un giorno l’angelo del Signore apparve alla donna e le disse: “Ecco tu concepirai e partorirai un figlio sulla testa del quale non passerà rasoio perché il bambino sarà un nazireo consacrato a Dio dal seno di sua madre e sarà lui che comincerà a liberare Israele dalle mani dei filistei” Gc 13:5
Il voto di nazireato era un voto di consacrazione e, per il periodo in cui il credente era consacrato, doveva rispettare alcune norme:
- non doveva bere vino ne’ mangiare uva o derivati dell’uva,
- non doveva accostarsi ai corpi morti,
- non doveva passare rasoio sul suo capo, quindi i suoi capelli, sempre più lunghi, sarebbe stati il segno evidente per tutti della sua consacrazione .
Manoa e sua moglie fecero per il loro figlio un voto di nazireato e lo adempirono; per diversi anni loro furono attenti nell’impartire una giusta educazione al loro figlio, attenti per rimanere fedeli a Dio, ma quando Sansone divenne adulto, dovette scegliere se continuare ad adempiere il voto o se infrangerlo.
Nel momento in cui incontriamo per la prima volta l’amore di Dio e riceviamo il perdono dei peccati e la salvezza eterna molti voti vengono pronunciati davanti a Dio: “Signore da oggi non voglio più peccare, non voglio più offendere la tua santità, poi, quando siamo spiritualmente più maturi sono altri gli impegni che assumiamo e i voti che pronunciamo: Signore dedico la mia vita interamente a te, voglio servirti , impegnarmi per te, comprendendo anche il prezzo da pagare per gli impegni assunti.
Dio ascolta i voti che facciamo, lui ascolta le preghiere e i desideri, le nostre confessioni, le nostre promesse e tutte le nostre dichiarazioni, nulla sfugge al Suo orecchio.
Ma ciò che per Dio è necessario che noi possiamo essere fedeli , onorare il voto e le promesse fatte: salmo 15:4 dice “ma Egli (Dio) onora quelli che temono il SIGNORE. Se anche ha giurato a suo danno, non cambi.”.
La Chiesa non può e non deve tirarsi indietro, nel salmo 22:25 sta scritto: “Io adempirò i miei voti in presenza di quelli che ti temono” , perché la nostra determinazione nel mantenere l’impegno assunto con Dio deve comunque essere evidente a tutti, e nel salmo 76:11 Asaf dichiarava: “Fate voti al SIGNORE, al Dio vostro, e adempiteli”.
Salomone afferma addirittura “Meglio per te non fare voti che farli e poi non adempierli” Ec 5:5
Fare un voto significa assumersi una responsabilità nel fare qualcosa, e Dio non si identifica con chi non mantiene la parola data.
Ma Sansone deluse le aspettative dei suoi genitori e le aspettative di Dio e non mantenne il suo voto di consacrazione perché era un uomo dominato dalle sue stesse passioni carnali, e la sua passione erano le donne, la Scrittura ci racconta di tre legami che lui ha stretto con tre donne e una di esse era una prostituta , l’ultima si chiamava Dalila, una filistea, una donna che apparteneva al popolo nemico.
Giudici 16:4 Dopo questo si innamorò di una donna della valle di Sorec, che si chiamava Dalila. 5 I prìncipi dei Filistei salirono da lei e le dissero: «Tentalo, e vedi da dove viene quella sua gran forza, e come potremmo prevalere contro di lui per giungere a legarlo e a domarlo; e ti daremo ciascuno millecento sicli d’argento». 6 Dalila dunque disse a Sansone: «Dimmi, ti prego, da dove viene la tua gran forza e in che modo ti si potrebbe legare per domarti». […..]
16 La donna faceva ogni giorno pressione su di lui con le sue parole e lo tormentava. Egli ne fu rattristato a morte 17 e le aperse tutto il suo cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre; se mi tagliassero i capelli, la mia forza se ne andrebbe, diventerei debole e sarei come un uomo qualsiasi». 18 Dalila, visto che egli le aveva aperto tutto il suo cuore, mandò a chiamare i prìncipi dei Filistei e fece dire loro: «Venite su, questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore». Allora i prìncipi dei Filistei salirono da lei, e portarono con sé il denaro. 19 Lei lo fece addormentare sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece tagliare le sette trecce della testa di Sansone; così giunse a domarlo; e la sua forza lo lasciò. 20 Allora lei gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!» Egli, svegliatosi dal sonno, disse: «Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò». Ma non sapeva che il SIGNORE si era ritirato da lui. 21 I Filistei lo presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene di bronzo. Ed egli girava la macina nella prigione.
Una fine terribile per Sansone, che, fu sedotto e derubato della sua unzione e della sua comunione con Dio e senza neanche rendersene conto: “non sapeva che il SIGNORE si era ritirato da lui.’.
Lui che era stato scelto ed unto da Dio per vincere fu vinto.
Quale fu il suo errore?
Il suo errore fu credere di riuscire a farcela comunque: “Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò», nonostante avesse trascurato l’unzione, la sua consacrazione a Dio, nonostante avesse dimenticato il suo voto di nazireato.
Essere sedotti significa essere ammaliati, illusi ,trascinati e l’intenzione del seduttore è derubarci dell’unzione che è sulla nostra vita per trascinarci così in quello che è lo scopo infernale “domarci, Dalila chiese :“in che modo ti si potrebbe legare per domarti???»
Domarci significa indurci a vivere una vita di religiosità, vuota, senza essenza, dove non si ha più nessuna forza per vincere i nemici spirituali, dove non si vive più nessuna relazione con Dio, dove non si crede più nella potenza di Dio e non ci si aspetta più niente dall’azione dello Spirito Santo.
Quando siamo privati dell’azione dello Spirito Santo siamo deboli, ma non è questa la volontà di Dio, Dio vuole che la Chiesa viva la vita dello Spirito, per non dipendere dalle nostre deboli capacità naturali, ma dalle Sue straordinarie capacità soprannaturali.
L’apostolo Paolo scriveva in filippesi 3:3 “perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne.
Sansone era forte. Ma e qual era il segreto di Sansone, qual era il segreto della sua forza?
Quando Dalila gli fece questa domanda lui rispose: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre”,
Questo era il segreto della sua forza, Sansone fu forte finché sul suo capo non passò rasoio, cioè finché fu un nazireo, un consacrato a Dio e questa forza soprannaturale, che lui aveva ricevuto, era l’unzione dello Spirito Santo, l’unzione di cui era stato unto per vincere, un’unzione che durò fino a quando mantenne il suo voto.
La Chiesa come Sansone è nata per vincere, la Chiesa come Sansone ha ricevuto l’unzione per essere forte, per vincere tutti i nemici, Gesù ha dichiarato: “questa è la mia Chiesa e le porte dell’ades non prevaricheranno”.
Qual è il segreto della nostra forza? qual è il segreto delle nostre vittorie?
è lo stesso che era nella vita di Sansone: la consacrazione a Dio, la dedicazione a Colui che ci ha unto di Spirito Santo e di potenza,
L‘unzione per vincere sarà sempre sul credente fino a quando il credente sarà consacrato a Colui che l’ha unto.
La nostra responsabilità è preservare l’unzione; i nostri parenti, i nostri amici, i nostri conoscenti, chiunque può influenzare le nostre scelte, e se le nostre scelte non sono condotte dal senso di responsabilità, ma dalle nostre passioni carnali, saremmo indotti a infrangere i nostri voti di consacrazione e perdere così l’unzione che abbiamo ricevuto, proprio come è successo a Sansone. Quale sarà l’evidenza? una totale mancanza di gioia nel servizio e nella comunione.
La seduzione è ovunque, la nostra Dalila è in agguato, e con il suo fascino potrebbe sedurci come sedusse Sansone che “le aprì tutto il suo cuore” e poi farci addormentare “sulle sue ginocchia” come si addormentò Sansone, per rubarci l’unzione e trovarci, senza rendercene conto, nelle mani dei nostri nemici a girare la macina della prigione.
Ma la Parola di Dio, ci avverte, ci dà una direzione e ci incoraggia, attraverso la storia di Sansone, attraverso l’errore di quest’uomo, a non dimenticare il segreto della nostra forza, il segreto delle nostre vittorie, il segreto della nostra potenza:
“Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre”.
Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica.