UNA VERA AMICIZIA

L’amicizia è un legame di grande valore per la vita di una persona, ma durante il corso della storia ha perso la sua consistenza, il termine stesso è stato inflazionato, dirsi amici è diventato gergo comune, dirsi ti voglio bene oppure ti dò la mia amicizia è diventato troppo facile, basta un click su facebook, ed è altrettanto facile dire ti tolgo la mia amicizia, basta un click.

Ma cos’è vera amicizia, cosa significa essere amici?

Nella Bibbia abbiamo la storia di due uomini che sono stati veri amici, Davide e Gionatan e che oggi possono essere un esempio per noi.

Gionatan era il figlio primogenito di Saul, il primo re di Israele, lui è conosciuto proprio per la grande amicizia che ha dimostrato nei riguardi di Davide. Gionatan si era profondamente legato a Davide, il termine legare significa tessere, diventare un unico tessuto.

[…]e Gionatan si sentì nell’animo legato a Davide, e Gionatan l’amò come l’anima sua” 1Sa 18:1, in Davide lui vide una persona simile a lui, affine.

Si dice che gli opposti si attraggono, ma non è cosi,  le vere amicizie nascono su terreno comune, non basta essere compagni di scuola o colleghi di lavoro, l’amicizia è qualcosa di più, molti dicono che nel corso della vita una persona può stringere un rapporto di amicizia al massimo con due o tre persone.

Gionatan si riconosce simile a Davide, c’è un parallelismo impressionante tra le vicissitudine vissute da Davide e quelle vissute da Gionatan , li vediamo reagire nello stesso modo, per esempio quando Davide affronta Goliath e Gionatan affronta i filistei, entrambi nutrono gelosia per il popolo, non possono tollerare l’arroganza di questi nemici che definiscono con disprezzo “incirconcisi”.

Questo è il terreno comune tra Gionatan e Davide: la fede in Dio e il coraggio di agire nel Suo nome.

Gionatan mostra il suo coraggio in più occasioni, nel periodo della guerra tra Saul e i filistei, mentre Saul si nasconde per paura dei nemici, Gionatan sconfigge 1000 filistei e conferisce comunque gli onori della vittoria a suo padre che era il re.

In un’altra occasione, durante una battaglia tra filistei e Israele, ancora una volta Gionatan affronta i nemici con fede in Dio.

Era una battaglia molto aspra, gli israeliti erano numericamente svantaggiati, 40.000 filistei contro 600 Israeliti, tra l’atro gli Israeliti non avevano armi perché non si trovano fabbri all’interno di Israele. Davanti a questo popolo numeroso Israele scappa e anche  il re Saul scappa, ma Gionatan insieme al suo scudiero, con  una sola spada, decide di fare un’azione contro ogni regola di combattimento “Gionatan disse al suo giovane scudiero: «Vieni, andiamo verso la guarnigione di questi incirconcisi; forse il SIGNORE agirà in nostro favore, poiché nulla può impedire al SIGNORE di salvare con molta o con poca gente. […]  Gionatan salì, arrampicandosi con le mani e con i piedi, seguito dal suo scudiero. E i Filistei caddero davanti a Gionatan; e lo scudiero, dietro a lui, li finiva.  In questa prima disfatta, inflitta da Gionatan e dal suo scudiero, caddero circa venti uomini, sullo spazio di circa la metà di un iugero di terra” 1Sa 14:6-13,14.

L’amicizia tra Gionatan e Davide fu una vera amicizia.

Gionatan difese incessantemente la vita del suo amico Davide dalle minacce di suo padre Saul.

“Gionatan dunque parlò a Saul, suo padre, in favore di Davide e gli disse: «Non pecchi il re contro il suo servo, contro Davide, poiché egli non ha peccato contro di te, anzi il suo servizio ti è stato di grande utilità.” 1Sa 19:4 

In un altro occasione in cui l’ira  di Saul si accese contro Davide, Gionatan rischiò la sua vita per difendere l’amico:“Gionatan rispose a Saul suo padre e gli disse: «Perché dovrebbe morire? Che ha fatto?» Saul brandì la lancia contro di lui per colpirlo.” 1Sa 20:32-33

Gionatan per Davide lasciò il posto di re, un posto che gli spettava di diritto, Lui era il primogenito quindi alla morte di Saul suo  padre sarebbe diventato re per successione, ma Gionatan sapeva che Dio aveva stabilito Davide re di Israele dopo Saul e, senza esitazione, si fece da parte e Lo incoraggiò: “Non temere; poiché Saul, mio padre, non riuscirà a metterti le mani addosso. Tu regnerai sopra Israele, io sarò il secondo dopo di te; e lo sa bene anche Saul, mio padre .” 1Sa 23:17-18

Un giorno Gionatan decise addirittura di togliersi l’intera armatura e donarla a Davide:“Gionatan fece alleanza con Davide, perché lo amava come l’anima propria. Perciò Gionatan si tolse di dosso il mantello e lo diede a Davide; e così fece delle sue vesti, fino alla sua spada, al suo arco e alla sua cintura”. 1Sa18:3,4

Qualche anno prima Davide aveva rifiutato  l’armatura che Saul gli aveva offerto per combattere Goliath , ma ora apprezza l’armatura di Gionatan.

Nel libro di Ester troviamo la storia del re Assuero che un mattino ricordandosi che Mardocheo gli aveva salvato la vita da un attentato voleva benedirlo e chiese ai suoi saggi cosa bisogna fare per onorare un uomo? Gli fu risposto: ”Si prenda la veste reale che il re suol portare, e il cavallo che il re suol montare, e sulla cui testa è posta una corona reale;  si consegni la veste e il cavallo a uno dei principi più nobili del re; si rivesta di quella veste l’uomo che il re vuole onorare, lo si faccia percorrere a cavallo le vie della città, e si gridi davanti a lui: – Così si fa all’uomo che il re vuole onorare!” Ester 6: 8,9

Questo fu ciò che fece Gionatan con Davide, lo onorò, dando i suoi vestiti a Davide stava cedendo il diritto legale di regalità per accettare un ruolo secondario.

Gionatan e Davide strinsero un alleanza eterna, un patto forte, si  impegnarono l’uno verso l’altro a benedirsi reciprocamente e a benedire  tutta la loro discendenza.

Molti anni dopo la morte di Gionatan la loro alleanza era ancora viva, Davide disse: “C’è ancora qualcuno della casa di Saul, al quale possa fare del bene per amore di Gionatan?”2Sa9:1

L’amicizia tra Davide e Gionatan fu una vera amicizia.

Una caratteristica dell’amicizia è che si tratta di un legame con qualcuno che noi possiamo scegliere, certamente non possiamo scegliere i parenti, non possiamo scegliere i nostri genitori, ma la scelta dell’amico è una nostra scelta.

Nella Bibbia vediamo che Dio ha scelto degli amici, per esempio Abramo: “Non sei stato tu, il nostro DIO, che ha scacciato gli abitanti di questo paese davanti al tuo popolo Israele e l’ha dato per sempre alla discendenza del tuo amico Abrahamo?” 2cronache 20:7

In Esodo 33:11 troviamo l’amicizia di Dio con Mosè,  la Bibbia ci dice che Dio parlava con Mosè faccia a faccia: ”Or il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico”

Anche Gesù  ha scelto i suoi amici e questi siamo noi: ”Questo è il mio comandamento che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi”.

Gesù si è unito a noi in una vera amicizia;

Lui ci ha difeso da tutti i nostri nemici;

ha rinunciato ai propri interessi e all’onore personale  morendo sulla croce per noi.

Gesù si è legato a noi in un patto eterno.

Questa è vera amicizia:

una relazione in cui l’uno difende l’altro incessantemente;
una relazione che spinge a lasciare i propri interessi e il proprio onore per amore dell’altro:
un’alleanza che dura tutta una vita e anche dopo.

Se l’amicizia non è tutto questo allora è come quel click: può svanire in un attimo.

Gerry Guadagnato

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L’AMORE VERO DI DIO

Ferite, delusioni, tradimenti, sono un argomento purtroppo conosciuto da tutti, chi potrebbe dire di non avere mai vissuto il dolore dell’abbandono, chi potrebbe dire di non avere mai sperimentato la sofferenza del rifiuto.

Le nostre emozioni purtroppo giocano spesso un ruolo fondamentale nella nostra vita, ci influenzano, a volte addirittura ci dominano e ci guidano, le ferite dell’anima tracciano un sentiero che non vorremmo percorrere.

Diventa sempre più difficile potersi fidare, continuare ad amare.

Chissà quante volte Dio è stato ferito, Dio ha un’anima, in ebrei è scritto: “ il mio giusto vivrà per fede e se si ritrae indietro l’anima mia non  lo gradisce” (Eb 10:38),  Dio ha dei sentimenti , vive delle emozioni,  come noi, Lui si rattrista quando viene ferito, rigettato o abbandonato , ma le sue reazioni sono sempre molto diverse dalle nostre.

Ci sono esempi nella bibbia in cui leggiamo che Dio è stato deluso, per esempio quando all’inizio della creazione Dio vide che l’uomo era malvagio e si penti di averlo creato, oppure quando il re Saul disubbidì, oppure quando Israele che, nonostante era stato tratto fuori e liberato dagli egiziani grazie all’intervento di Dio, scelse di farsi governare da un re anziché da Dio e il Signore disse a Samuele “ Samuele non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me”

Ogni giorno Dio sopporta l’atteggiamento del popolo,  nel salmo 7 verso 11 è scritto: “Dio è un giusto giudice lui si adira o si disgusta ogni giorno”, ogni giorno Lui viene ferito, rigettato, ma ogni giorno continua a manifestare grazia, a manifestare amore.

Perché Dio continua ad amarci nonostante tutto e  non ci tratta come noi meritiamo? Forse perché Lui è Dio?

No, perché il suo amore è inalterabile, irremovibile, incrollabile, il Suo amore è l’amore vero, è l’amore autentico e  tutto ciò che è diverso da questo è solo imitazione.

La Bibbia dice in Romani 5:6 che “mentre eravamo ancora senza forza Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi”

senza forze cioè deboli, ma deboli in che cosa?

  • Eravamo deboli moralmente . La morale non è etica, quando si parla di morale non ci si riferisce a discorsi di elevato valore, la morale  riguarda il comportamento, riguarda le azioni, essere deboli moralmente significa non sapere agire.
  • Eravamo deboli nella comprensione, significa essere senza alcun discernimento. Non volere comprendere è una debolezza  che ci rende vulnerabili, esposti a ogni filosofia perché privi di forti convinzioni .
  • Eravamo deboli nella volontà perché su di noi governava il peccato e per questo eravamo incapaci di esercitare una libera volontà.

 Dio mostra la grandezza del proprio amore  in questo che Cristo è morto per noi mentre eravamo senza forza: senza forza morale, senza discernimento e senza volontà di cambiamento.

Certamente non è perché, come qualcuno pensa, Dio ha deciso di chiudere un occhio davanti ai nostri peccati Non e ‘perché, come qualcuno pensa, alla fine Lui è buono e salverà comunque tutti.

L’amore di Dio non gli fa chiudere un occhio davanti al peccato, non lo fa girare dall’altra parte, al contrario il Suo amore attirerà ogni creatura a sé.

L’amore che Dio ha per questo mondo corrotto condurrà sempre al ravvedimento e alla conversione. “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figlio affinché chiunque crede non perisca ma abbia vita eterna” (Gv 3:16)

Il suo amore guiderà sempre il peccatore dal peccato alla croce e la Chiesa dalla croce all’eternità .

Dio conosce il peso del peccato, e sa che solo il Suo amore può farci recuperare la libertà e l’autostima, purtroppo  la cecità e l’ostinazione dei nostri cuori ci hanno convinto che non c’è alcun male nel peccato, ormai anche gli psicologi stanno trattando i disagi psichici con terapie di recupero che tendono sempre più a minimizzare la gravità del peccato per la liberazione delle coscienze dai sensi di colpa, ma Dio sa che l’uomo non sarà mai libero fino a quando il peccato non sarà rimosso dalla propria coscienza.

Nell’amore di Dio noi troveremmo sempre: bontà, benevolenza, pazienza, compassione, benignità, caratteristiche che sempre manifesterà nei nostri riguardi, perché  il Suo Spirito ci brama fino alla gelosia, (Gc 4:5) e la Sua gelosia è protezione per noi, questa è la grandezza del Suo amore, un amore non compreso, frainteso, a volte ferito, Dio non si ferma davanti alle delusioni, Lui non chiude le porte della grazia, il Suo è un amore disposto a restarci accanto per aiutarci a superare ciò che da soli non riusciamo a superare, e Dio lo farà anche quando continuiamo ad opporci alla Sua volontà.

Lui è disposto a subire l’ostilità della Sua creatura, perché Il Suo amore è protettivo.

Ecco  perché Dio  non sceglierà mai uno a danno dell’altro, non sceglierà chi fa opere maggiori, o chi ha un senso più alto di auto giustizia, e neanche chi pensa di essere più amato di un altro.

Comprendere l’amore di Dio significa comprendere la gravità del nostro peccato e la riconoscenza sarà la nostra  risposta a questo amore.

Un giorno una peccatrice a casa di un fariseo lavò i piedi di Gesù con le sue lacrime e glieli asciugò con i suoi capelli e quando il fariseo contrastò Gesù per avere accettato che una peccatrice gli si avvicinasse, Gesù gli rispose “Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama”(Lu 7:47)

 Paolo prega per la Chiesa di Efeso che possa conoscere sempre più questo amore: “Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, [..….]  perché, radicati e fondati nell’amore,  siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.(Ef 3:14-19)

Lo Spirito Santo vuole aiutarci a scoprire la profondità dell’amore per insegnarci ad amare come Dio ama, questo non è impossibile perché la Bibbia dichiara che “..… l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. (Ro 5:5)

Pietro ha un grande suggerimento per ognuno di noi: “aggiungete [………..] alla pietà l’affetto fraterno; e all’affetto fraterno l’amore.(2Pi 1:5-7) .

Aggiungere l’amore significa non mettere più la nostra vita al centro, ma la vita degli altri.

Aggiungere l’amore significa praticare: bontà, benevolenza, pazienza, compassione, benignità.

Quando diciamo di  amare, dovremmo accertarci di manifestare queste caratteristiche perché se mancano, ogni volta che saremo delusi, i nostri cuori si riempiranno di amarezza con ogni sorta di cattiveria , ogni volta che saremo delusi i nostri cuori saranno cuori feriti

e saremmo costretti a scoprire che quello che, fino a quel momento noi abbiamo definito amore, non era l’amore inalterabile, irremovibile, incrollabile di Dio, ma solo una sua imitazione.

………una stupida e  incresciosa imitazione che ha ferito il nostro cuore e che ferisce il cuore di Dio.

                                                                                                                Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

N/A

CERCASI CRISTIANI CORAGGIOSI

Dal libro del profeta Abacuc possiamo comprendere la condizione spirituale in cui si trovava Giiuda  7 secoli prima della venuta di Gesù, una forte decadenza morale e religiosa caratterizzava questo periodo storico.

Il profeta Abacuc  interroga Dio perché non comprende come Dio possa continuare a tollerare tanta malvagità ma dio se ne sta in silenzio. Abacuc avrebbe voluto vedere Dio operare, porre fine alla corruzione, il suo era un lamento, un grido contro la condizione di peccato del popolo:

 2Fino a quando griderò, oh Signore,senza che tu mi dia ascolto? Io grido a te: «Violenza!» e tu non salvi.3 Perché mi fai vedere l’iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità? Mi stanno davanti rapina e violenza; ci sono liti, e nasce la discordia.4 Perciò la legge è senza forza, il diritto non si fa strada; perché l’empio raggira il giusto e il diritto ne esce pervertito.” (Abacuc 1:2-4 )

Nella sua preghiera Abacuc denuncia quattro peccati specifici: perversità, rapina, violenza e discordia.

Perché tanta corruzione? Quale era la causa che l’aveva determinata?

Un momento simile era già avvenuto al tempo dei Giudici, il popolo si era sviato e la Scrittura ne rivelava la causa:“tutta quella generazione  fu riunita ai suoi padri; poi, dopo quella, vi fu un’altra generazione che non conosceva il Signore, né le opere che egli aveva compiute in favore d’Israele“ (Giudici 2:10)

Non conoscevano il Signore, questo era  il motivo dell’apostasia, non si applicava la legge, non si praticava la giustizia e nessuno si opponeva al degrado, nessuno  dissentiva, nessuno si preoccupava di riportare ordine.

Oggi la società non è diversa, lo stato di corruzione e di depravazione non è diverso e anche la nostra rimostranza a Dio non è diversa, molte volte si ha la stessa perplessità, si fa la stessa lamentela davanti a Dio: “Perché Signore mi fai vedere l’iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità? in altre parole perché non fai giustizia, perché permetti che il male dilaghi?

Purtroppo anche nelle Chiese, così come accadeva allora nel popolo di Dio, la Parola di Dio non è praticata, spesso sono i sentimenti che governano i credenti,  le emozioni prevalgono sulla vita dello Spirito,  per questo si sta perdendo l’essenza e si sta sempre più professando un cristianesimo relativo.

Come si può arrivare a queste condizioni ? Prevalentemente per due motivi:

Primo motivo: interessi personali

Quando si cercano i propri interessi, senza preoccuparsi degli interessi degli altri, la giustizia non fa più il suo corso, è necessario praticare l’equità, essere imparziali verso tutti, non fare discriminazioni, non agire sulla base delle scelte personali.

Questo probabilmente era ciò che stava accadendo al tempo di Abacuc, coloro che erano al potere tutelavano solo i propri interessi.

L’apostolo Paolo, dice in filippesi 2:4-5: cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù”.

La caratteristica del cristiano è interessarsi degli altri così come Gesù ha fatto, quando  questo principio non è applicato, quando trascuriamo gli altri guardando solo agli interessi personali,  infrangiamo la legge, perché la legge stabilisce:“ama il tuo prossimo come te stesso” Mt 22:39

Secondo motivo: il nepotismo

Il nepotismo era una pratica medioevale adottata negli ambienti religiosi e consisteva nel favorire i propri familiari, si prediligeva la famiglia, ma l’apostolo Paolo scriveva in 1Timoteo 5:21: “Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con parzialità”.                                                                  

Abacuc il cui nome significa “colui che abbraccia” pregava con fervore a favore per popolo, lui stava gridando a Dio perché era un profeta e aveva gli cocchi aperti sulla realtà spirituale, aveva capito che Dio stava per fare qualcosa:”Guardate fra le nazioni, guardate, meravigliatevi e siate stupiti! Poiché io sto per fare ai vostri giorni un’opera, che voi non credereste, nemmeno se ve la raccontassero” (Abacuc 1:5)

Lo spirito profetico è sulla Chiesa e la Chiesa ha gli occhi aperti per riconoscere il tempo in cui viviamo e per riconoscere l’opera di Dio, Paolo profetizzò che negli ultimi tempi molti avrebbero perso il primo amore, altri avrebbero abiurato la fede, è necessario che, come Abacuc, possiamo gridare a Dio, è il tempo di opporci al degrado.

Abacuc lamentava una risposta da Dio: “Fino a quando griderò, oh Signore senza che  tu mi dia ascolto? E Dio risponderà ad Abacuc con una affermazione:”il giusto vivrà per fede

Questa affermazione viene citata anche dall’apostolo Paolo e dall’autore agli Ebrei “il mio giusto vivrà per la sua fede” (Ebrei 10:38)

Il giusto vivrà per la sua fede significa chi ha fede in Dio manifesterà la Sua giustizia sempre, ovunque e comunque, chi ha fede in Dio avrà il coraggio di continuare ad essere giusto in un mondo sempre più ingiusto, il coraggio di affermare i valori morali in una società senza più valori, il coraggio per continuare a ricercare la pace dove c’è solo violenza, l’amore e il perdono dove c’è solo odio e rancore, chi ha fede in Dio avrà il coraggio e il senso di responsabilità per continuare a portare alta la Parola della vita.

Abacuc si lamentava: ormai “la legge è senza forza e  il diritto non riesce a farsi strada” non riesce affermarsi.

La legge non ha e non perderà mai la sua forza, non perderà mai la sua efficacia perché è Parola di Dio, e la Parola ha ancora la forza per trasformare il cuore dell’uomo.

La legge manifesterà ancora la sua forza e il diritto riuscirà ancora ad affermarsi nonostante la corruzione avanzi, nonostante la malvagità stia dilagando.

Dio non “tollera lo spettacolo della perversità?”come Abacuc lamentava, Dio non ha mai tollerato il peccato, Lui non ha mai smesso di fornteggiarlo, Dio non ha mai gettato la spugna,  si  è sempre opposto e sempre si opporrà al peccato, all’ingiustizia e all’immoralità.

Davanti la forza del male, davanti alla sua nefasta influenza, Dio non è preso alla sprovvista, non ha perso il controllo, Lui ha una risposta, ha sempre avuto una risposta

e la riposta sei tu, la risposta sono io, la risposta sono tutti coloro che hanno ancora il coraggio di andare controcorrente.

Potremmo anche lamentarci mentre assitiamo allo speccatolo dell perversità, uno spettacolo che sembra inarrestabile, ma sappiamo  che mentre il mondo precipita sempre più nel degrado la Chiesa alza sempre più il proprio standard di giustizia e santità.

Cristo non ha smesso di edificare la Sua Chiesa.

Nel corso della storia ci sono stati uomini coraggiosi che hanno sfidato la morte pur di affermare la giustizia, di fare la volontà di Dio, Daniele per esempio, è stato gettato nella fossa di leoni, ma non ha mai rinnegato la sua fede;

i suoi amici sono stati gettati in una fornace di fuoco, ma non si sono piegati davanti ad una statua;

Mosè, nonostante temesse l’ira del faraone, è ritornato in Egitto per restituire la libertà del popolo;

Elia, un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni, ha sfidato i profeti di Baal per ricondurre il popolo a Dio.

Anche durante il periodo dei giudici Dio ha cercato e ha trovato uomini coraggiosi, capaci di indurre il popolo a considerare la legge.

Oggi come allora Dio cerca cristiani coraggiosi che mostrino agli altri la giustizia perchè il mondo ha bisogno di esempi, di gente che si opponga al male.

Dio propone noi come modello, Dio propone la Chiesa,

La Chiesa è la risposta di Dio alla corruzione, la Chiesa è  il modello per questa società.

Solo la Chiesa puo adempiere a questo mandato, solo la Chiesa può contrastare il male, solo la Chiesa può essere sale e luce in questo mondo  perché è stata rigenerata, trasformata, purificata, ha ricevuto lo Spirito Santo.

La Chiesa è la risposta di Dio,  è la Sua opposizione al male,  la Sua intolleranza al peccato,  è  il Suo impedimento allo spettacolo della perversità.

In Filippesi 2 :15 l’apostolo Paolo scriverà: “siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, 16 tenendo alta la parola di vita [ …]”

in altre parole: CERCASI CRISTIANI CORAGGIOSI

                                                                                                            Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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