IL CORAGGIO DI CONFESSARE

Durante l’attentato al presidente Reagan l’assassino sparò sette colpi in un secondo, tutti i presenti, per istinto di protezione, si gettarono a terra e rimasero rannicchiati, tutti tranne una persona, l’agente Mac Carthy, lui rimase in piedi, distese le sue braccia davanti al Presidente assumendo la posizione dell’aquila quando plana e una pallottola perforò il suo stomaco, anche il presidente fu colpito da una pallottola, ma grazie a Mac Carty schivò colpi che sarebbe stati fatali e fu salvo.

Duemila anni fa Gesù ha aperto le sue braccia per salvarci, ha preso lui i colpi perché noi fossimo salvi, si è lanciato su di noi come un’aquila e ci ha salvati.

Lui ha avuto il coraggio di morire per noi mentre noi eravamo peccatori, mentre eravamo bestemmiatori, maldicenti, cattivi, Lui non si è lavato le mani come aveva fatto Pilato, ma ha lavato i piedi ai suoi discepoli;  lavare i piedi significa assumersi la responsabilità di fare qualcosa che non è dovuto, Gesù non aveva la responsabilità di  lavare i piedi, non gli competeva, questo era il compito che spettava al servo, ma lui lo ha fatto.

Nella Bibbia esistono due parole per definire la potenza: diunamis che indica la potenza per fare cose straordinarie, e exousia che indica invece la potenza di non fare le cose che potremmo fare, exousia è la capacità di trattenersi.

Quando Gesù morì avrebbe potuto chiamare 12 legioni di angeli, 72.000,00 angeli per scendere dalla croce, per evitare quello strazio, ma non lo fece, Lui ebbe la capacità di non farlo, Gesù esercitò la Sua exusia.

Abbiamo bisogno di questa potenza per avere la forza di non peccare.

La Bibbia ci invita a comportiamoci da uomini, ad agire come veri uomini “Comportatevi virilmente, vegliate state fermi nella fede”(I Corinzi 16:13) è un invito ad  avere il coraggio di dire no ai compromessi.

Negli anni “60 Martin Luther King fu incarcerato per avere intrapreso la lotta per i diritti umani in America e, mentre si trovava in carcere, scrisse una lettera ai pastori della città che non erano di colore, il testo recitava: “Voi ve ne state in silenzio e vi lavate le mani, dovreste invece prendere una posizione e dire effettivamente quello che Gesù direbbe.”

A volte davanti alla corruzione facciamo silenzio, abbiamo paura di affrontare le situazioni ed entriamo nel relativismo morale.

Un giorno Davide era nascosto in una grotta per sfuggire a Saul che voleva ucciderlo, Saul ignaro entrò in quella grotta per fare i suoi bisogni, così Davide ebbe la grande occasione di uccidere Saul, lui poteva farlo, ma grazie alla potenza di Dio Davide ebbe il coraggio di non farlo, lui esercitò la exousia.

Abbiamo tante opportunità nella vita per compromettere la nostra integrità cristiana, ma dobbiamo manifestare il coraggio per scegliere di non fare ciò che è sbagliato, a costo della nostra stessa vita, per questo coraggio i 12 discepoli morirono tutti martiri, tutti tranne uno solo Giovanni che morì sull’isola di Patmos, dopo che l’avevano torturato a morte.

In Luca capitolo 7 c’è una la storia di una donna che mostrò un gande coraggio, si trattava di una donna che desiderava incontrare Gesù, lei era una prostituta ed ebbe il coraggio eccezionale di presentarsi in quella casa, la casa di un fariseo, sapendo che sarebbe stata giudicata, disprezzata e cacciata, ma questa donna era pronta a rischiare, a lei non interessava niente tranne andare da Gesù e confessare i suoi peccati.

Lei si sedette ai Suoi piedi e ruppe il suo vaso di alabastro pieno di olio profumato, un olio che valeva quanto lo stipendio annuale di un operaio.

Quel vaso di alabastro era la sua identità, il suo lavoro, il tuo sex appeal, quel vaso era il suo passato, ma ora che era stato rotto quel vaso rappresentava le sue nuove speranze, il suo futuro.

Rompere quel vaso di alabastro significava rompere quello che era di più prezioso per lei, quello che aveva di più caro, significava offrire a Gesù il suo presente il suo passato il suo futuro.

Dovremmo chiederci qual è la cosa più preziosa che abbiamo e se siamo pronti  metterla davanti a al Signore.

Forse la cosa più preziosa potrebbe essere nostra moglie o nostro marito, oppure i nostri figli, oppure la cosa più preziosa che abbiamo è il nostro stipendio, il nostro lavoro, o forse il nostro un pacchetto di sigarette.

Comportatevi virilmente” e ci vuole coraggio per rinunciare a ciò che è prezioso.

Ci vuole coraggio a fare quello che ha fatto questa donna: confessare i propri peccati, la confessione ci rende vulnerabili, sappiamo che ci sono uomini con lo spirito farisaico, sempre pronti a mormorare e a giudicare, gente che sa solo puntare il dito accusatorio e guardare alle debolezze, Gesù invece vede in noi l’immagine di Dio, vede in noi la Sua opera.

L’adultera si trovata in flagrante adulterio, secondo la legge doveva essere uccisa, lapidata e tutti erano pronti a farlo, ma quando Gesù l’ha guardata non ha visto ciò che lei era, ma ciò che sarebbe diventata.

Zaccheo salì sul sicomoro per vedere Gesù, era un pubblicano, un ladro, ma quando Gesù lo vide non lo accusò di furto, ma Zaccheo confessò.

Anche il ladrone sulla croce confessò e ricevette la promessa del cielo.

Tante volte preferiamo giustificare i nostri peccati giustificandolo per il nostro passato, per le umiliazioni subite, i torti ricevuti, ma non serve, dobbiamo invece avere il coraggio di confessare, di  appoggiarci alla grazia di Dio, perché Gesù è l’unico che può riconciliarci con il nostro passato.

Martin Lutero una volta si ritirò per confessare i suoi peccati, si chiuse nella sua cameretta e uscì dopo sei ore.

La nostra confessione non può essere una confessione vaga di soli pochi secondi perché il senso di perdono che ne deriverebbe  sarebbe altrettanto vago.

La confessione è sempre legata alla professione di fede, perché quando c’è confessione c’è perdono e quando c’è perdono c’è professione di fede.

Pietro aveva rinnegato Gesù ben tre volte, ma qualche settimana dopo, quando scese lo Spirito Santo, Pietro professò pubblicamente la sua fede senza paura, sfidando le minacce dei religiosi, aveva ricevuto la potenza dello Spirito Santo, sulla sua vita ora c’era la exousia per non rinnegare, per non nascondersi e c’era la diunamis per predicare con potenza.

Se siamo credenti sulla nostra vita c’è la stessa capacità, la stessa potenza per comportarci virilmente, per vegliare stando fermi nella fede”

Past. Paolo Mauriello

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