FORTIFICATI NEL SIGNORE

Un giorno mentre Davide e i suoi uomini stavano rientrando a Siclag videro del fumo salire dal loro accampamento, il loro cuore tremò e quando si avvicinarono scoprirono una grande tragedia […..]gli Amalechiti avevano fatto una scorreria verso la regione meridionale e verso Siclag; avevano preso Siclag e l’avevano incendiata;  avevano fatto prigionieri le donne e tutti quelli che vi si trovavano, piccoli e grandi; non avevano ucciso nessuno, ma avevano portato via tutti e se n’erano tornati da dove erano venuti. Quando Davide e la sua gente giunsero alla città, essa era distrutta dal fuoco e le loro mogli, i loro figli e le loro figlie erano stati condotti via prigionieri. Allora Davide e tutti quelli che erano con lui alzarono la voce e piansero, finché non ebbero più forza di piangere. [….]Davide fu grandemente angosciato: la gente parlava di lapidarlo, perché tutti erano amareggiati a motivo dei loro figli e delle loro figlie; ma Davide si fortificò nel Signore, nel suo Dio. Davide disse al sacerdote Abiatar, figlio di Aimelec: «Ti prego, portami qua l’efod». Abiatar portò l’efod a Davide. E Davide consultò il Signore, dicendo: «Devo inseguire questa banda di predoni? La raggiungerò?» Il Signore rispose: «Inseguila, poiché certamente la raggiungerai e potrai ricuperare ogni cosa.”(1Samuele 30:1,2,3,4,6,7,8)

Fu una grande sciagura, le moglie e i figli erano stati portati via, Davide e tutti gli uomini che erano con lui piansero fino a non avere più forza, l’angoscia aveva catturato il loro cuore e l’angoscia produce sempre irritabilità, gli uomini in preda all’ira volevano lapidare Davide ritenendolo responsabile dell’accaduto, ma Davide reagì in modo diverso, la Scrittura dice che lui si fortificò nel Signore.

Lo scoraggiamento è un arma letale, non ci fa vedere la via d’uscita, può abbatterci fino al punto di non saperci più rialzare. Il diavolo cercherà sempre di scoraggiare e purtroppo a volte lo fa attraverso le persone.

Davide non aveva solo perso la sua famiglia ma, in quel momento si trovò davanti 600 uomini infuriati contro di lui.

Avrebbe potuto scoraggiarsi? Si, ma lui decise di fortificarsi nel Signore.

Fortificarsi significa prendere forza, coraggio, ma nella sua radice ebraica questo termine indica legarsi, fissarsi su qualcosa o qualcuno. Davide si stava fissando sul Signore, in quella situazione così difficile avrebbe potuto abbattersi, perdere il controllo, ma lui sapeva che aveva bisogno di incoraggiare se’ stesso, di fortificarsi.

La Scrittura  dice che la prima cosa che Davide fece fu chiedere al sacerdote di portargli l’efod per consultare il Signore poi domandò a Dio «Devo inseguire questa banda di predoni? La raggiungerò?» Il Signore rispose: «Inseguila, poiché certamente la raggiungerai e potrai ricuperare ogni cosa”

Dio continuerà sempre ad incoraggiarci all’azione, ci incoraggerà sempre ad andare avanti, ad alzarci dalla nostra condizione, a combattere e a credere nella vittoria, lui è lo stesso non cambia.

Davide non ha cercato di incoraggiare gli altri perché ha compreso che, come gli altri, aveva necessità di invocare il Signore; serve a poco incoraggiare gli altri mentre siamo noi stessi in una condizione di scoraggiamento.

Il Signore ci spingerà a incoraggiare gli altri solo quando noi siamo forti, perché non tutti riescono a fortificarsi senza l’aiuto di qualcun’altro.

Mosè per esempio fu chiamato da Dio a fortificare Giosuè: “Giosuè, figlio di Nun, che ti serve, vi entrerà; fortificalo, perché egli metterà Israele in possesso di questo paese”. (Deuteronomio1:38), e Mosè fortificò Giosuè, lo incoraggiò ricordargli le vittorie, ricordargli le strategie di guerra, ricordargli la fedeltà di Dio e la Sua potenza.

Anche nel nuovo testamento troviamo l’invito dell’apostolo Paolo a consolarci reciprocamente: “Del resto, fratelli, rallegratevi, ricercate la perfezione, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace; e il Dio d’amore e di pace sarà con voi”. (2Corinzi 1311)

Sicuramente essere forti dipende anche da ciò che si ascolta.

Nella Bibbia abbiamo la storia di Gedeone, un uomo che desiderava vedere la gloria di Dio e mentre lavorava invocava il Signore per la liberazione del suo paese dall’oppressione dei madianiti.

Dio un giorno lo chiamò e gli disse di prepararsi perché lui stesso avrebbe liberato il paese, ma Gedeone aveva paura, si sentiva impreparato, insufficiente, Dio allora lo inviò nell’accampamento nemico perché potesse udire qualcosa di interessante, qualcosa che avrebbe incoraggiato la sua impresa: ” […..] «Alzati, piomba sull’accampamento, perché io l’ho messo nelle tue mani. Ma se hai paura di farlo, scendi con Pura, tuo servo,  e udrai quello che dicono; e, dopo questo, le tue mani saranno fortificate per piombare sull’accampamento». [……] Quando Gedeone arrivò, un uomo stava raccontando un sogno a un suo compagno e gli diceva: «Ho fatto un sogno. C’era un pane tondo, d’orzo, che rotolava nell’accampamento di Madian, giungeva alla tenda, la investiva, in modo da farla cadere, da rovesciarla, da lasciarla per terra». Il suo compagno gli rispose e gli disse: «Questo non è altro che la spada di Gedeone, figlio di Ioas, uomo d’Israele; Dio ha messo nelle sue mani Madian e tutto l’accampamento». Quando Gedeone ebbe udito il racconto del sogno e la sua interpretazione, adorò Dio; poi tornò all’accampamento d’Israele e disse: «Alzatevi, perché il Signore ha messo nelle vostre mani l’accampamento di Madian!» (Giudici 7:9,10,11,13,14,15)

Quello che noi udiamo ci influenzerà comunque, ci potrà rendere più forti o ci potrà rendere più deboli.

Quando lo Spirito Santo scese sui 120 questi uomini furono trasformati dalla potenza di Dio.

Fin a quel momento, in diverse occasioni, Pietro aveva mostrato paura, ma dopo l’esperienza della pentecoste, diventò un uomo di coraggio, un uomo d’azione, predicò con franchezza davanti a centinaia di persone senza paura e 3.000 presenti si convertirono al Vangelo.

Ma ciò che fu straordinario in quel giorno non fu soltanto il numero elevato di conversioni, ma il cambiamento radicale che si manifestò: i neofiti abbandonarono immediatamente e completamente il vecchio modello di vita, per vivere la nuova vita in Cristo.

Prima di allora questi uomini erano stati dei religiosi, pii ebrei, andavano a Gerusalemme tre volte l’anno, frequentavano la sinagoga, praticavano i rituali, ma dopo quell’esperienza, improvvisamente iniziarono a vivere uno stile di vita diverso, senza più formalismi, senza ipocrisie, senza apparenza, senza paure.

Chi è rigenerato esce fuori dai vecchi schemi, fuori dal ritualismo, fuori da ogni forma di superficialità, per vivere una vita di coraggio.

Atti 2:42  ci descrive la vita di questi uomini: “Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere.”

E’ necessario che cresciamo in forza e in coraggio essendo perseveranti nella comunione, nell’insegnamento e nella preghiera, per non essere più bambini: “Infatti, mentre a quest’ora dovreste essere maestri, avete di nuovo bisogno che vi s’insegnino i primi elementi degli oracoli di Dio, e siete giunti al punto di aver bisogno di latte e non di cibo solido.” (Ebrei 5:12)

Davide il cui nome significa amato, preferito, fu l’unto del Signore, ma nonostante unto, amato e favorito non fu esonerato dai momenti difficili perché le difficoltà sono inventabili per tutti , ma in questa storia lui ci insegna che nei momenti difficili è possibile restare calmi senza precipitare nello scoraggiamento e nell’irritabilità, è  possibile fortificarsi nel Signore e nella sua forza, l’apostolo Paolo scriverà nel nuovo testamento: ”Per ultima cosa voglio ricordarvi che dovete prendere forza dal Signore, dalla Sua potenza straordinaria.” (Efesini 6:10 versione la Parola è vita).

Persone che hanno bisogno di fortificarsi nel Signore e persone che incoraggiano gli altri e, ma possiamo dire, senza ombra di dubbio, che la Chiesa è il luogo dove non mancherà mai l’aiuto e la consolazione, ed è anche il luogo dove potremo sicuramente udire quella parola capace di fortificarci e rialzarci.

Allora il consiglio della Parola è: fortifichiamoci nel Signore, aiutiamo gli altri a fortificarsi e stiamo attenti a ciò che udiamo.

 

                                                                                                           Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

N/A

MANTIENI LA TUA POSIZIONE

Il popolo di Israele fu schiavo del faraone per quattrocento anni, ma Dio udì il loro grido e scese a liberarli.

Il Signore fece grandi prodigi, quella notte un agnello fu immolato e Israele usci dall’Egitto a testa alta, iniziò il grande esodo verso una destinazione certa: il buon paese e dopo 40 anni vi entrarono.

Dio aveva mantenuto le Sue promesse!.

Ma l’ordine di Dio era drastico: “Quando l’Eterno, il tuo DIO, ti avrà introdotto nel paese in cui entri per prenderne possesso, e avrà scacciato davanti a te molte nazioni: gli Hittei, i Ghirgasei, gli Amorei, i Cananei, i Perezei, gli Hivvei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te, e quando l’Eterno, il tuo DIO, le avrà date in tuo potere tu le sconfiggerai e le voterai al completo sterminio; non farai con esse alleanza, né userai con loro alcuna misericordia. [……]Ma con loro vi comporterete così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro colonne sacre, abbatterete i loro Ascerim e darete alle fiamme le loro immagini scolpite. Poiché tu sei un popolo consacrato all’Eterno, il tuo DIO; l’Eterno, il tuo DIO, ti ha scelto per essere il suo tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra.” (Deuteronomio 7:1,2,5,6)

Israele doveva assolutamente eliminare tutti i popoli che abitavano il paese, erano popoli malvagi, gente senza legge, senza scrupoli, capace di far passare il loro figli per il fuoco per offrirli ai loro dei, era necessario distruggere tutte le loro pratiche idolatre, le colonne sacre e ogni idolo.

Finalmente Israele prende possesso del paese, ma in un momento inaspettato i vecchi nemici che erano già stati vinti si ripresentarono, proprio come fantasmi del passato.

 La terra promessa è per noi figura della nuova vita che Cristo ha realizzato in noi, una vita di libertà e di autorità.

La Bibbia dice che la nostra posizione è elevata, siamo seduti nei luoghi celesti in Cristo:Ma Dio […..]ci ha vivificati con Cristo, e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età che verranno le eccellenti ricchezze della sua grazia .” (Efesini 2:4-7)

E’ una posizione che Gesù ha conquistato per noi, è già nostra, non dobbiamo fare nessuno sforzo per occuparla, ma sicuramente dobbiamo fare ogni sforzo per rimanere in essa, perché i vecchi nemici possono ripresentarsi per tentare di derubarci di ciò che Dio ci ha dato, così come è accaduto per il popolo di Israele.

Uno di questi fu Gerico, una città rasa al suolo dagli Israeliti, grazie all’intervento di Dio, ma che ricomparirà qualche secolo dopo, in tutta la sua forza.

Era una fortezza inespugnabile, una città antica.

Gli abitanti di Gerico furono i primi ad usare i carri di battaglie, si ritenevano forti, capaci, autosufficienti; praticavano il culto alla luna e, con i cambiamenti delle fasi lunatiche, auspicavano cambiamenti di vita, le fasi di luna piena venivano interpretate come tempi di rinascita.

Si potrebbe pensare che le famose mura, alte 3 metri, siano state edificate dagli abitanti di Gerico esclusivamente per proteggere la città, ma, anche se apparentemente potevano considerarsi fortezze di protezione, in realtà testimoniavano della loro arroganza, della loro indipendenza, erano vere e proprie fortezze di orgoglio.

Dio guidò Israele ad affrontare questo popolo pagano, fu la prima grande battaglia per Israele che con una grande strategia riportò la vittoria, le mura crollarono e Dio pronunciò una maledizione sulla città di Gerico: “Sia maledetto, davanti al SIGNORE, l’uomo che si alzerà a ricostruire questa città di Gerico! Egli ne getterà le fondamenta sul suo primogenito, e ne rizzerà le porte sul più giovane dei suoi figli”(Giosue’ 6:26).

Ma al tempo di Acab un uomo ricostruirì le fondamenta e la maledizione si avverò: “ Al tempo di lui, Acab) Chiel, di Betel, ricostruì Gerico; ne gettò le fondamenta su Abiram, suo primogenito, e ne rizzò le porte su Segub, il più giovane dei suoi figli, secondo la parola che il Signore aveva pronunciata per bocca di Giosuè, figlio di Nun.” (1Re16:34)

Gerico potrebbe essere quel fantasma che ritorna nella nostra vita, quel passato che si ripresenta, la vecchia attitudine  riedificata nei nostri cuori che manifesta orgoglio e indipendenza.

Un altro fantasma del passato per gli israeliti furono i filistei, un popolo considerato una spina nel fianco, definiti con disprezzo incirconcisi.

I filistei ritornarono per muovere guerra a Israele e furono molto astuti, progettarono una strategia di guerra vincente:“I Filistei si radunarono per combattere contro Israele; avevano trentamila carri, seimila cavalieri e gente numerosa come la sabbia che è sulla riva del mare. Salirono dunque e si accamparono a Micmas, a oriente di Bet-Aven. [….]Allora in tutto il paese d’Israele non si trovava un fabbro; poiché i Filistei avevano detto: «Impediamo agli Ebrei di fabbricarsi spade o lance». […..]Così nel giorno della battaglia avvenne che in mano a tutta la gente che era con Saul e con Gionatan non si trovava né una spada né una lancia; se ne trovava soltanto in mano di Saul e di Gionatan suo figlio.” (1Samuele 13:5,19,22)

Non si trovavano spade né lance, Israele fu privata dell’unica possibilità di difesa.

La srategia oggi è la stessa: privarci delle armi che Dio ci ha dato, l’Apostolo Paolo in Efesini 6:17 afferma che la Parola di Dio è la spada dello Spirito, impedirci di leggere la Parola significa rischiare di essere esposti a infamia.

Una delle prime vittorie di Davide fu contro il gigante Goliath, con una fionda e 5 pietre lo uccise (1Samuele 17), ma, qualche anno dopo, altri 4 giganti si ripresentano e Davide e i suoi guerrieri dovettero affrontarli, uno di questi era mostruoso: ”Ci fu ancora una battaglia a Gat, dove si trovò un uomo di grande statura, che aveva sei dita per ciascuna mano e per ciascun piede, in tutto ventiquattro dita. Anch’egli era dei discendenti di Rafa”. (1Cr 20:6)

Un gigante con sei dita per ogni piedi che simboleggiano la stabilità e sei dita in ogni mano che simboleggiano l’abilità, caratteristiche capaci di far dimenticare a Davide la sua posizione di re, una posizione di grande autorità.

Quante volte la vita ci costringe ad affrontare situazioni ai nostri occhi mostruose e dimentichiamo che siamo in posizione di autorità, siamo seduti nei luoghi celesti in Cristo, facilmente ci scoraggiamo e pensiamo di non essere capaci di gestire gli eventi, di non avere abilità, o di aver perso la stabilità, ma noi abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio, abbiamo la Sua unzione.

Gerico, i filistei, i giganti sono i vecchi nemici che ritornano.

Ma le fortezze di orgoglio sono già caduti davanti ai nostri occhi, i giganti che ci rendevano instabili e insicuri sono stati abbattuti, i nemici che volevano disarmarci sono stati messi in fuga, le cose vecchie sono passate e alla croce un Agnello è stato immolato affinché oggi potessimo essere seduti nei luoghi celesti in Cristo ed esercitare l’autorità sul quel passato che ritorna, su quel passato che vuole derubarci della nuova vita in Cristo, sul quel passato che non ci appartiene più.

                                                                                                            Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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COM’È LA TUA VESTE

Nel nuovo testamento troviamo la storia di uno sposo che entrando nella sala delle nozze nota un invitato che non ha l’abito adatto: “Ora il re entrò per vedere quelli che erano a tavola e notò là un uomo che non aveva l’abito di nozze. E gli disse: “Amico, come sei entrato qui senza avere un abito di nozze?” E costui rimase con la bocca chiusa. Allora il re disse ai servitori: “Legatelo mani e piedi e gettatelo nelle tenebre di fuori. Lì sarà il pianto e lo stridore dei denti “ (Mt 22:11-13)

Senza le vesti bianche non entreremo nel Regno di Dio, non saremo ricevuti, solo chi ha vesti candide entrerà alla presenza di Dio.

L’Apostolo Giovanni riceve la rivelazione, Lui vede il trono di Dio e davanti al trono una grande folla di redenti vestiti con vesti bianche: “Dopo queste cose vidi una grande folla che nessuno poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue; questi stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, coperti di vesti bianche e avevano delle palme nelle mani. […..] Poi uno degli anziani si rivolse a me, dicendo: «Chi sono costoro che sono coperti di bianche vesti, e da dove sono venuti?». Ed io gli dissi: «Signore mio, tu lo sai». Egli allora mi disse: «Costoro sono quelli che sono venuti dalla grande tribolazione, e hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. Per questo essi sono davanti al trono di Dio e lo servono giorno e notte nel suo tempio […]”. (Ap7:9-15)

In questo testo si parla di vesti, è naturalmente un linguaggio figurativo, simbolico, perché quello che viene purificato è chiaramente la nostra anima.

Le macchie dell’anima sono dei veri e propri pesi che gravano sulla nostra vita, che rubano la nostra gioia, sono come ombre che nascondono la luce e la speranza in Cristo, carichi che fanno perdere la consapevolezza della Sua presenza, che ci rendono insensibili e ci  fanno perdere interesse per il Regno.

Noi possiamo anche fingere, indossare un bellissimo abito religioso, essere vestiti elegantemente, apparire ben puliti, ma nelle nostre parti più nascoste continuare ad essere sporchi; sicuramente un vestito può nascondere bene realtà non piacevoli e tante volte riusciamo anche a ingannare gli altri, ma Apocalisse19:12 afferma che Gesù ha gli occhi che sono una fiamma di fuoco, questo vuol dire che il Suo sguardo va aldilà dell’apparenza, penetra nel profondo, nel segreto del cuore e brucia ciò che non è conforme alla Sua volontà.

Siamo nudi davanti a Dio!

Al tempo dei giudici il popolo indossava abiti di apparenza, si vantava di essere santo, di essere giusto, ma Isaia denunciò la loro falsità affermando che la loro giustizia era distorta, era sporca: ”Tutti quanti siamo diventati come l’uomo impuro, tutta la nostra giustizia come un abito sporco”.(Isaia 64:6), il popolo però continuava a rifiutare l’aiuto di Dio: “Ho steso tutto il giorno le mani verso un popolo ribelle, che cammina per una via non buona, seguendo i propri pensieri; [….]; che dice: “Fatti in là, non ti avvicinare perché io sono più santo di te”.(Isaia 5:2,5)

Dobbiamo lasciare a Dio la possibilità di aiutarci.

Sicuramente potrebbe anche succedere che le macchie dei nostri vestiti non siano visibili ai nostri occhi perché alcune macchie, a volte  sebbene siano state ripulite  lasciano comunque un alone, per esempio quelle di un rossetto, oppure il sangue.

Ma la volontà di Dio è rendere perfettamente bianche le nostre vesti, per questo ha provveduto l’espiazione dei nostri peccati.

Il termine espiazione, nell’antico testamento, significa riparare un errore, mettere a posto qualcosa che è fuori posto, ripristinare.

Quando si commetteva un peccato il colpevole doveva pagare, cioè compiere un atto di riparazione.

Il sangue di Cristo ha riparato tutti i danni che abbiamo fatto, espiato tuti i nostri peccati e ristabilito pienamente la nostra vita, Gesù rende completamente bianca la nostra anima, senza lasciare nessuna traccia, nessun alone e davanti a Dio diventiamo completamente puri.

Nell’antico testamento l’organizzazione di un matrimonio prevedeva che fossero gli sposi a fornire le vesti agli invitati e questo Dio lo ha fatto con ognuno di noi, Lui ha provveduto le vesti necessarie per le grandi nozze dell’Agnello, sono vesti di salvezza e di giustizia.

“Io mi rallegrerò grandemente nell’Eterno, la mia anima festeggerà nel mio DIO, perché mi ha rivestito con le vesti della salvezza, mi ha coperto col manto della giustizia, come uno sposo che si mette un diadema, come una sposa che si adorna dei suoi gioielli.” Isaia 61:10

Fin dalla genesi Dio si era preoccupato di rivestire la nudità dell’uomo e Dio aveva provveduto le prime vesti per coprire la vergogna a cui il peccato ci aveva esposti.

L’apostolo Paolo dice: “[…..] rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non abbiate cura della carne per soddisfarne i desideri”.(Ro 13:14)

A volte ci sembra difficile, ma non lo è perché l’atto espiatorio di Gesù ha ripristinato l’immagine di Dio in noi.

Anche se il nostro vestito si sporca Dio è disposto a rimbiancarlo nuovamente.

Un giorno Gesù ha lavato i piedi dei discepoli:“3Gesù, [……] 4 si alzò da tavola, depose le sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse. 5 Poi mise dell’acqua in una bacinella, e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, e ad asciugarli con l’asciugatoio del quale era cinto. 6 Si avvicinò dunque a Simon Pietro, il quale gli disse: «Tu, Signore, lavare i piedi a me?» 7 Gesù gli rispose: «Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo». 8 Pietro gli disse: «Non mi laverai mai i piedi!» Gesù gli rispose: «Se non ti lavo, non hai parte alcuna con me.” (Gi 13:3-8)

Lavare i piedi a qualcuno era segno di accettazione, quando un ospite entrava in una casa il padrone di casa lavava i piedi dell’ospite come segno di benvenuto.

Gesù ha manifestato la sua accettazione, lui ci accetta così come siamo, anche quando i nostri piedi sono sporchi, Lui non ci condanna, ma al contrario ci esorta ad andare a Lui.

L’apostolo Giovanni, ispirato dallo Spirito Santo, nella sua epistola ci rassicura: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto”. (I Gi 2:1)

 Molto presto Gesù ritornerà per rapire la sua Chiesa: “Ecco, io vengo come un ladro; beato chi veglia e custodisce le sue vesti per non andare nudo e non lasciar così vedere la sua vergogna”. (Ap 16:15),  e la Bibbia dice che: ” […..] due saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata” (Mt 24: 40,41)

Dio non guarderà a nient’altro che alle nostre vesti, non si tratta di appartenere a una religione, non si tratta di avere fatto buone opere, non si tratta di essere stati sempre presenti, ciò che ci permetterà di entrare nel Regno sarà solo, semplicemente e unicamente una veste bianca.

Per questo Giovanni nell’ultimo libro della Bibbia sta ancora oggi gridando alle Chiese: “Custodisci le tue vesti! “

                                                                                                            Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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DIO HA CURA DELL’UOMO

Fin dall’inizio del “900 i bisogni dell’uomo sono stati oggetto di studio di comportamentisti e sociologi e gli uomini li hanno inseguiti identificandoli spesso con ricchezze, prestigio e successo.

Ma Dio conosce l’uomo e sa che la necessità dell’uomo non consiste nell’accumulare ricchezze e neanche nella posizione sociale che può occupare.

Ma allora quali sono i nostri veri bisogni?  Cosa dice la  Bibbia in merito?

Guardiamo alla vita di Davide.

Davide, quando era ancora molto giovane era stato scelto da Dio, designato per ricevere l’unzione.

Davide era il più piccolo tra i sette figli di Isai, e non era molto considerato in famiglia, viveva una condizione di discriminazione all’interno della sua famiglia.

Un giorno a casa di Isai arriva il profeta Samuele, inviato da Dio per ungere Davide, Davide non c’era, stava pascolando le pecore, ma c’erano tutti i suoi fratelli e Samuele stava per versare l’unzione su uno di loro, pensando che fosse il prescelto da Dio, ma Dio lo ferma. L’unzione era riservata a Davide e Davide la riceve tre volte in tre occasioni.

Davide riconosce che quell’unzione è stata con lui nei momenti più difficili, che è stato il suo aiuto, riconosce che, per l’efficacia di quell’unzione, lui ha vinto Goliath, il gigante contro il quale non avrebbe mai potuto trionfare con le sue sole forze, riconosce che,  per l’efficacia di quell’unzione,  è riuscito a sfuggire alla spietata persecuzione e alle minacce di morte del re Saul.

Per questo, quando Davide peccherà di adulterio e di omicidio, in quel tragico momento in cui perderà la presenza di Dio, perderà la forza e la gioia, supplicherà Dio per ottenere il Suo perdono e ritrovare quello Spirito,  quell’unzione così preziosa che sembra ormai persa:

“7 Abbi pietà di me, o Dio, per la tua bontà”, scriverà nel salmo 51 “nella tua grande misericordia cancella i miei misfatti.8 Fammi di nuovo udire canti di gioia e letizia, ed esulteranno quelle ossa che hai spezzate. 10 O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo.11 Non respingermi dalla tua presenza e non togliermi il tuo Santo Spirito.12 Rendimi la gioia della tua salvezza”.  

Davide sa che quell’unzione che ha ricevuto è stata necessaria per la sua difesa davanti alle sfida del gigante, sa che quell’unzione che ha ricevuto è stata indispensabile per la sua incolumità davanti alle minacce di Saul, e sa che ora è vitale davanti alla sua debolezza, urgente per poter rialzare il capo e udire nuovamente i canti di gioia e di letizia.

Davide si rende conto che Dio ha dato valore alla sua vita e che gli ha anche dato una posizione di onore e regalità, che Dio ha preso cura della sua vita. Davide scriverà il salmo 8:

 […..] 3 Quand’io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, 4 che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura? 5 Eppure tu l’hai fatto solo di poco inferiore a Dio, e l’hai coronato di gloria e d’onore. 6 Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi: 7 pecore e buoi tutti quanti e anche le bestie selvatiche della campagna; 8 gli uccelli del cielo e i pesci del mare, tutto quel che percorre i sentieri dei mari.”

Il salmo 8 è un salmo che evidenzia il valore che Dio attribuisce all’uomo e Davide si domanda perché l’uomo è così importante per Dio? “che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?”. L’uomo è l’unica creatura di Dio fatta a Sua immagine, un’immagine che Lui ha impresso dentro di noi, anche se poi n seguito al peccato questa immagine è stata macchiata, corrotta e adulterata.

Ma il salmo 8 evidenzia anche la posizione che Dio conferisce all’uomo “Eppure tu l’hai fatto solo di poco inferiore a Dio, e l’hai coronato di gloria e d’onore. Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani” una posizione di dignità, di regalità, di gloria, e onore.

Ma Davide non era l’unico che aveva compreso la cura di Dio, ci sono stati altri esempi nella Bibbia come quello di Giuseppe, che ancora ragazzino fu rigettato e venduto dai suoi fratelli, portato in Egitto dove rimase schiavo per anni, ma Dio alla fine innalzò facendolo diventare vice faraone dell’Egitto. Anni terribili di  sofferenza e ingiustizie, ma Dio aveva preso cura di lui, gli aveva dato l’unzione per continuare a credere e a sperare e per perdonare i suoi fratelli . Genesi 50:20

Altri uomini come Daniele, Sansone, ecc. di cui Dio aveva preso cura, unti da Dio per dominare le situazioni, hanno potuto dire insieme a Davide:

[…] ”che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?  Eppure tu l’hai fatto solo di poco inferiore a Dio, e l’hai coronato di gloria e d’onore. Tu lo hai fatto dominare sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi

Anche noi come Davide abbiamo ricevuto l’unzione del Suo Spirito, anche noi come Davide godiamo della cura di Dio, una cura che riconosciamo facilmente quando pensiamo alla croce, al dono di Gesù che Egli ci ha fatto per il perdono dei peccati; una cura che riconosciamo facilmente quando pensiamo ai fratelli e alle sorelle che Dio ci ha donato capaci di icoraggiarci e sostenenrci nei momenti difficili; ma non sempre riconosciamo la cura di Dio quando pensiamo al dono dello Spirito Santo perché non ne comprendiamo sempre l’efficacia, pensiamo erroneamente che quell’unzione sia stata versata su di noi solo per compiere opere soprannaturali, invece ci è stata elargita in quanto potenza per affrontare le situazioni difficili, per vincere combattimenti, conflitti, paure, amarezze che spesso si insidiano nella nostra mente, per vivere una vita vittoriosa caratterizzata dalla gioia e dalla pace, per rialzare il capo quando tutto sembra perso, per formare il carattee di Cristo in noi.

Se non c’è unzione nella nostra vita il nostro cuore continuerà ad essere irritabile, impaurito, il nostro carattere immutabile, e quell’immagine di Dio in noi continuerà ad essere corrotta, solo l’unzione dello Santo Spirito può trasformare la nostra vita.

Dio ci conosce, Lui sa che le ricchezze materiali, il prestigio sociale, il successo mondano, non sono il nostro vero bisogno, quello di cui abbiamo veramente bisogno è l’unzione del Suo Santo Spirito, quell’unzione che quando siamo tristi può farci udire ancora i canti di gioia, quando abbiamo attitudini carnali può purificare il nostro cuore e quando siamo stanchi può rinnovare dentro di noi uno spirito ben saldo, l’unzione che ci fa sentire ancora la Sua dolce consolante e rassicurante presenza e ci rende la gioia della Sua salvezza.

L’apostolo Paolo in atti 14:17 parlando di Dio a una folla di pagani ha dichiarato: “Dio non ha lasciato gli uomini privi della Sua testimonianza”

Allora chiediamoci:  “Ma qual è la Sua testimonianza? Come ha testimoniato Dio di sè stesso?

Il verso continua: ”facendo del bene, mandandovi dal cielo pioggia e stagioni fruttifere, dandovi cibo in abbondanza, e letizia nei vostri cuori”

Una buona salute fisica e una buona salute mentale, questi sono i nostri bisogni e questo è ciò che Dio realizzerà nella vita di quanti hanno compreso la cura di Dio.

                                                                                                              Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

N/A

NON TORNARE INDIETRO

La storia racconta che Giulio Cesare, quando marciò contro la Gran Bretagna, dopo aver sbarcato, fece salire il suo esercito su un alto promontorio, la scena che videro fu inquietante: le barche con cui erano arrivati stavano bruciando, non era rimasto altro che cenere, il messaggio che Giulio Cesare volle trasmettere al suo esercito fu chiaro: non si torna indietro, da qui non si può fuggire, non ci possono essere ripensamenti, dobbiamo raggiungere il traguardo, vincere a tutti i costi.

Per non avere ripensamenti, per non tornare indietro, la Bibbia ci esorta continuamente ad essere perseveranti, coraggiosi, determinati, ci incoraggia ad andare avanti e ci insegna a confidare nel Signore.

Nel vangelo di Luca al capitolo 11 verso 9 è scritto: Chiedete, e vi sarà dato; cercate, e troverete; picchiate, e vi sarà aperto”,  ma la versione originale traduce:  “chiedete con perseveranza,,  cercate senza stancarvi e troverete, bussate ripetutamente e vi sarà aperto”.

Con perseveranza, senza stancarsi e ripetutamente. Non c’è posto per ripensamenti!

Dio sta formando uomini e donne, che sappiano accettare le sfide e contrastare le opposizioni, Lui ci insegna a non tirarci indietro davanti alle difficoltà.

Nella lettera agli  Ebrei al capitolo 10:39 è scritto: “noi non siamo di quelli che si tirano indietro per la loro perdizione, ma di quelli che credono per la salvezza dell’anima”

Purtroppo però alcuni credenti nella storia biblica, dopo un tempo si sono tirati indietro, Dema per esempio, un collaboratore di Paolo, a un certo punto del suo cammino cristiano ha lasciato Paolo ed è andato via: ”Dema, avendo amato il presente secolo, mi ha lasciato e se n’è andato a Tessalonica” (2Timoteo 4:10); per Dema l’amore per Dio era finito, gli obiettivi probabilmente erano diventati altri.

Anche Figello e Ermogene si erano allontanati da Paolo, sebbene non avessero abbandonato la fede cristiana (2Ti 1:15), probabilmente non riuscivano ad accettare le sfide che Paolo accettava.

Ci sono stati però, nel corso della storia, dei grandi esempi di uomini che hanno saputo perseverare, hanno saputo lottare per il raggiungimento di buoni obiettivi, per esempio Nelson Rolihlahla Mandela, un credente attivista per i diritti civili, che, sebbene abbia dovuto scontare 27 anni di carcere, non ha mai rinunciato al suo sogno: ottenere il pieno riconoscimento dei diritti civili degli appartenenti ai gruppi etnici non bianchi.

Per la sua determinazione ha portato enormi cambiamenti nel sud Africa dove è stato il primo uomo di colore a ricoprire carica di Presidente.

Ludwig van Beethoven, un altro esempio da considerare, fu un grande musicista, ancora prima di aver compiuto i trent’anni il suo udito fu completamente compromesso, ma lui continuò imperterrito a comporre e a suonare, nonostante il suo insegnante l’avesse scoraggiato, e divenne un grande compositore, tanto da essere annoverato tra i più grandi geni della storia della musica.

Questa è la determinazione che ognuno deve avere se vuole raggiungere obiettivi, se vuole determinare grandi vittorie nella propria vita perché non si può parlare di sconfitta fino a quando non si smette di combattere.

La lettera agli Ebrei fu scritta un secolo dopo Cristo, i fruitori erano credenti perseguitati, una Chiesa che viveva l’opposizione, un momento difficile.

La vita è fatta di questi momenti, ma il vero problema di questi credenti era da ricercarsi nel loro carattere:

  • Erano resistenti al cambiamento.

Questi credenti si stavano domandando se valeva la pena continuare in Cristo o ritornare alla religione dei padri, a quella religione ricca di  festività ebraiche, sembravano più attirati dalla gioia di festeggiare che dalla verità.

  • Erano influenzati dalla religione.

Il sincretismo era accentuato in quel periodo anche perché il cristianesimo era nato da poco, c’era la religione ebraica e il paganesimo, il cristianesimo rischiava di diventare solo una forma. Gesù diceva: “Questo popolo mi onora solo con le labbra”

  • Accettavano facilmente il compromesso .

I destinatari di questa lettera erano credenti che non si schieravano definitivamente dalla parte della verità ma, pur di vivere senza opposizioni, erano disposti a soccombere, a compromettersi.

Per questi motivi la Chiesa a cui si rivolge lo scrittore agli Ebrei era una Chiesa debole a cui era necessario ricordare: “noi non siamo di quelli che si tirano indietro per la loro perdizione, ma di quelli che credono per la salvezza dell’anima”

Il nostro nemico spirituale tenterà, se gli riesce, a farci fare inversione di direzione, ha tentato anche con il popolo di Israele, davanti al mar Rosso si sono scoraggiati così tanto da desiderare di ritornare indietro, perdendo completamente la fiducia in Dio.

Ma Dio era con loro, quella colonna di fuoco che li aveva accompagnati ogni notte durante il cammino nel deserto, ora si era spostata e si era interposta tra gli egiziani e il popolo, gli egiziani non riuscivano più a vedere nulla, solo nebbia, mentre il popolo era avvolto dalla luce.

Sappiamo che non è facile rimanere fermi quando i venti sono contrari, ma sappiamo anche che, quando la tempesta arriva, non siamo soli, Lo Spirito Santo è con noi, Gesù ha mantenuto la Sua promessa, ha mandato il Consolatore, Colui che nei momenti difficili ci garantisce il Suo aiuto soprannaturale, un amico fedele che ci accompagna tutti i giorni nel cammino di questa vita, il Parackletos, cioè Colui che ci è vicino e che cammina con noi.

Chi conosce lo Spirito Santo non si tira indietro perchè sa che: “Colui che è con noi è più grande di colui che è nel mondo” Matteo 11:12

Il cristianesimo è fatto per persone determinate :”[…] il regno dei cieli è preso a forza e i violenti se ne impadroniscono” Matteo 11:12,  non c’è spazio per i sentimenti.

Gesù è stato il perfetto esempio, Lui non si è ritirato indietro davanti alla sofferenza, Lui ha attraversato il vituperio, è passato per la vergogna, per quel momento difficile, quel momento particolare, che nessuno vorrebbe attraversare, e ha vinto.

Ci dovremmo domandare quando Gesù è stato lasciato da solo, quando Giuda lo ha tradito, quando i discepoli sono scappati, quali erano i Suoi sentimenti e che ruolo hanno avuto nelle sue scelte? Nessuno, Lui ha perseverato nell’ubbidienza fino alla morte e alla mortte della croce, ha affrontato la vergona, non si è tirato indietro, non ha considerato i suoi sentimenti.

Allora cosa potrebbe indurci a rinunciare? Quale sentimento? Quale situazione? Quale pensiero?

Andiamo avanti e“[…]corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.” (Ebrei 12:2), senza opporre nessuna resistenza al cambiamento, rinunciando definitivamente alla tradizione e senza cedere a nessun compromesso,

Non si può tornare indietro, bisogna tagliare definitivamente i ponti con il passato, bruciare quelle barche che potrebbero indurci a fuggire e continuare ad affrontare la battaglia che ogni giorno ci confronta, perché siamo la chiesa di Cristo, quella Chiesa che un giorno  raggiungerà il traguardo finale per contemplare la grande vittoria.

                                                                                                           Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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LA CIRCONCISIONE DEL CUORE

Dopo quattrocentotrenta anni di schiavitù in Egitto il popolo di Dio era veramente stanco, Dio ascoltò il loro grido e la Scrittura ci dice che “scese per liberarli dalla mano degli egiziani” Es 3:8

Ma il faraone era ostinato e non voleva lasciarli partire, Dio inviò il suo servo Mosè per ben sette volte a intimargli: ”Così dice l’Eterno: Lascia andare il mio popolo perché mi serva.” Es 8:1

La risposta del faraone fu sempre la stessa: ‘Siete dei pigri! siete dei pigri! Per questo dite: Andiamo a offrir sacrifici all’Eterno. Or dunque andate a lavorare! non vi si darà più paglia e fornirete la quantità di mattoni prescritta’ .Es 5:17,18.

Il faraone non era disposto a lasciare andare il popolo di Dio, non era assolutamente intenzionato a perdere i suoi schiavi, ma Dio era legato al popolo da un patto, un patto stipulato qualche secolo prima con Abramo: il patto della circoncisione “Sarete circoncisi; questo sarà il segno del patto tra me e voi” Ge 7:11.

La circoncisione consisteva in un intervento nella carne che doveva essere praticato a ogni bambino maschio all’ottavo giorno di vita e  questo aveva il suo significato spirituale: Dio aveva creato ogni cosa in sette giorni e all’ottavo giorno il bambino veniva circonciso, questo segno nella carne sarebbe stato il segno che lo avrebbe identificato come appartenente a Dio e come collaboratore di Dio, partecipe all’opera della creazione, scelto per assicurare il bene per ciò che Dio aveva creato.

La circoncisione rappresentava quindi per Dio e per ogni Israelita:

  • il segno del patto che Dio stesso aveva stabilito con loro;
  • il segno della loro appartenenza a Dio;
  • il segno che garantiva il diritto alla benedizione e alle promesse Dio.

E la benedizione si stava ora manifestando, il popolo di Israele veniva liberato dalla mano potente di Dio, il tempo della schiavitù era passato, finalmente era giunto il grande esodo, iniziava un nuovo cammino, tutti in marcia verso una grande eredità.

Questa liberazione si sarebbe ricordata ogni anno nel primo mese dell’anno, il mese di nissan, l’anno si apriva con questa celebrazione  della pasqua per ricordare al popolo il passaggio dalla schiavitù alla libertà e Dio chiama Mosè e Aronne e istituisce delle norme per questa celebrazione e la norma prevedeva che nessuno incirconciso poteva avvicinarsi alla pasqua, tranne coloro che erano legati a Dio dal patto della circoncisione, un patto che comunicava vita e libertà, un diritto che solo i circoncisi avevano: “Il Signore disse a Mosè e ad Aaronne: «questa è la norma della pasqua: nessuno straniero ne mangi, ma ogni schiavo che avrai comprato potrà mangiarne, dopo essere stato circonciso,  lo straniero di passaggio e il mercenario non potranno mangiarne[………..], siano prima circoncisi tutti i maschi della sua famiglia. poi venga pure a fare la pasqua, e sia come un nativo del paese; ma nessun incirconciso ne mangi.” Esodo 12:43- 48

Ma la circoncisione nel tempo divenne solo una forma e Dio inviò Geremia a parlare al  popolo di Giuda perché circoncidessero non solo la loro carne, ma anche i loro cuori: ”Circoncidetevi per il Signore, circoncidete i vostri cuori, uomini di Giuda”Gr 4:4

Non solo una circoncisione esteriore, ma una circoncisione più profonda, la circoncisione del cuore.

L’apostolo Paolo nel nuovo testamento dirà: “In lui voi siete anche stati circoncisi d’una circoncisione non fatta da mano d’uomo, ma della circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento del corpo della carne” Colossesi 2:1

Oggi la Chiesa è il popolo di Dio, legata a Dio da un patto eterno, lavata dal sangue di Gesù, perdonata dalla grazia di Dio, in Cristo siamo stati circoncisi di una circoncisione più profonda, una circoncisione di cuore.

La chiamata a lasciarci circoncidere deve riguardare ogni aspetto della nostra vita, Dio vuole che ogni parte di noi sia circoncisa, sia segnata, anche il nostro orecchio, il popolo di Dio non sapeva ascoltare, Dio aveva inviato Geremia affinché conoscessero la Sua volontà e la volontà di Dio era che Giuda si sottomettesse ai babilonesi per ricevere disciplina e correzione, ma il popolo era duro d’orecchio: ”noi non andremo a Babilonia” Geremia li dichiarò incirconcisi di orecchio “Ecco, il loro orecchio è incirconciso, essi sono incapaci di prestare attenzione;[…].” Ge 6:10

La volontà di Dio è che li nostro cuore e il nostro orecchio siano circoncisi, affinché possiamo ascoltare la sua voce che ci invita ad allontanarci sempre di più da tutto ciò che ci rende schiavi.

Con la circoncisione della Chiesa Dio ratifica gli stessi principi:

  • Stabilisce con noi il patto di grazia;
  • Decreta la nostra nuova identità, ora siamo il suo popolo, siamo riconosciuti come coloro che Gli appartengono. Dio considera importante il sentimento di appartenenza, quando Paolo perseguitava i cristiani Gesù lo ha fermato sulla via di Damasco e gli ha chiesto:” Saulo Saulo perché’ mi perseguiti” Atti 22:7 . Nell’antico testamento quando una tribù era minacciata tutto il popolo era pronto a difenderla, si muovevano come un solo uomo.

Oggi purtroppo il sentimento manca, le persone non si sentono più appartenenti a nessuno, a volte  neanche alle proprie famiglie e questo si ripercuote in tutte le sfere sociali e religiose, ma la Parola di Dio dice: ”quanto è buono e piacevole che i fratelli dimorano in insieme” Salmo133:1

La nostra appartenenza a Dio è visibile anche nei luoghi spirituali, i demoni sanno a chi apparteniamo, in Atti 19:13-16  leggiamo: ”Or alcuni degli esorcisti giudei che andavano attorno, tentarono anch’essi d’invocare il nome del Signor Gesù su quelli che avevano degli spiriti maligni, dicendo: Io vi scongiuro, per quel Gesù che Paolo predica. E quelli che faceva questo, erano sette figliuoli di un certo Sceva, Giudeo, capo sacerdote. E lo spirito maligno, rispondendo, disse loro: Gesù, lo conosco, e Paolo so chi è; ma voi chi siete? E l’uomo che aveva lo spirito maligno si avventò su due di loro; li sopraffece, e fece loro tal violenza, che se ne fuggirono da quella casa, nudi e feriti.

  • Decreta il nostro diritto di ricevere le promesse:Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo” Efesini 1:3

Dobbiamo combattere contro tutto ciò che in noi non è ancora circonciso e affrontare il nostro ego con la stessa rabbia e la stessa ostinatezza che ha dimostrato Davide quando ha combattuto contro Goliath, il gigante incirconciso, dobbiamo nutrire lo stesso disprezzo che ha nutrito Gionatan davanti ai filistei incirconcisi, da sempre nemici del popolo.

Due voci: la voce di Dio e la voce del faraone, ancora oggi possiamo sentire la eco di queste due voci.

La voce di Dio continua a dare lo stesso ordine al faraone:“Lascia andare il mio popolo perché mi serva, , ma la voce del faraone  continua a dare la stessa risposta: “’Siete dei pigri! siete dei pigri! Per questo dite: Andiamo a offrir sacrifici all’Eterno. Or dunque andate a lavorare!” in altre parole non ve ne andrete, dovete restare qui, continuare ad essere schiavi, schiavi di paure, di oppressioni, schiavi di pensieri, di frustrazioni, di rabbie, di rancori.

Ma questo non è possibile, noi apparteniamo a Dio, siamo stati circoncisi nell’anima, la natura della Chiesa è una natura di amore, l’apostolo Paolo nel nuovo testamento dichiarerà: ”[…..] Poiché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio […..]Fi 3:3, siamo segnati non nella carne, ma nell’anima, segnati per essere liberi dal male, per fare del bene, per perdonare, siamo nuove creature, rigenerati, siamo stati circoncisi d’una circoncisione non fatta da mano d’uomo, ma della circoncisione di Cristo per entrare a partecipare all’opera di Dio affinché ciò che Dio ha creato funzioni bene.

Si racconta una storiella: ”Un giorno un uomo prese un serpente per liberarlo e il serpente morse la mano dell’uomo e l’uomo lasciò cadere il serpente, ma poi lo riprese e tentò ancora di liberarlo, ma il serpente gli morse di nuovo la mano, l’uomo lasciò cadere il serpente ma  poi  riprovò ancora a prenderlo per liberarlo, un uomo che da lontano aveva osservato tutta la scena rimase perplesso e chiese:” ma perché ti ostini a liberarlo, lascialo morire non vedi che continua a morderti? E l’uomo rispose: il serpente continua a mordermi perché questa è la sua natura, ma la mia natura è fare del bene”

Il faraone non può fermarci, siamo stati liberati dalla mano potente di Dio, il tempo della schiavitù è passato, siamo legati a Dio da un patto eterno, gli apparteniamo, abbiamo le Sue promesse, il grande esodo è iniziato, siamo in viaggio, in marcia verso la grande eredità, un’eredità eterna riservata solo ai santi, riservati a coloro che hanno deciso di circoncidere il loro cuore.

                                                                                                            Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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L’AMORE VERO DI DIO

Ferite, delusioni, tradimenti, sono un argomento purtroppo conosciuto da tutti, chi potrebbe dire di non avere mai vissuto il dolore dell’abbandono, chi potrebbe dire di non avere mai sperimentato la sofferenza del rifiuto.

Le nostre emozioni purtroppo giocano spesso un ruolo fondamentale nella nostra vita, ci influenzano, a volte addirittura ci dominano e ci guidano, le ferite dell’anima tracciano un sentiero che non vorremmo percorrere.

Diventa sempre più difficile potersi fidare, continuare ad amare.

Chissà quante volte Dio è stato ferito, Dio ha un’anima, in ebrei è scritto: “ il mio giusto vivrà per fede e se si ritrae indietro l’anima mia non  lo gradisce” (Eb 10:38),  Dio ha dei sentimenti , vive delle emozioni,  come noi, Lui si rattrista quando viene ferito, rigettato o abbandonato , ma le sue reazioni sono sempre molto diverse dalle nostre.

Ci sono esempi nella bibbia in cui leggiamo che Dio è stato deluso, per esempio quando all’inizio della creazione Dio vide che l’uomo era malvagio e si penti di averlo creato, oppure quando il re Saul disubbidì, oppure quando Israele che, nonostante era stato tratto fuori e liberato dagli egiziani grazie all’intervento di Dio, scelse di farsi governare da un re anziché da Dio e il Signore disse a Samuele “ Samuele non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me”

Ogni giorno Dio sopporta l’atteggiamento del popolo,  nel salmo 7 verso 11 è scritto: “Dio è un giusto giudice lui si adira o si disgusta ogni giorno”, ogni giorno Lui viene ferito, rigettato, ma ogni giorno continua a manifestare grazia, a manifestare amore.

Perché Dio continua ad amarci nonostante tutto e  non ci tratta come noi meritiamo? Forse perché Lui è Dio?

No, perché il suo amore è inalterabile, irremovibile, incrollabile, il Suo amore è l’amore vero, è l’amore autentico e  tutto ciò che è diverso da questo è solo imitazione.

La Bibbia dice in Romani 5:6 che “mentre eravamo ancora senza forza Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi”

senza forze cioè deboli, ma deboli in che cosa?

  • Eravamo deboli moralmente . La morale non è etica, quando si parla di morale non ci si riferisce a discorsi di elevato valore, la morale  riguarda il comportamento, riguarda le azioni, essere deboli moralmente significa non sapere agire.
  • Eravamo deboli nella comprensione, significa essere senza alcun discernimento. Non volere comprendere è una debolezza  che ci rende vulnerabili, esposti a ogni filosofia perché privi di forti convinzioni .
  • Eravamo deboli nella volontà perché su di noi governava il peccato e per questo eravamo incapaci di esercitare una libera volontà.

 Dio mostra la grandezza del proprio amore  in questo che Cristo è morto per noi mentre eravamo senza forza: senza forza morale, senza discernimento e senza volontà di cambiamento.

Certamente non è perché, come qualcuno pensa, Dio ha deciso di chiudere un occhio davanti ai nostri peccati Non e ‘perché, come qualcuno pensa, alla fine Lui è buono e salverà comunque tutti.

L’amore di Dio non gli fa chiudere un occhio davanti al peccato, non lo fa girare dall’altra parte, al contrario il Suo amore attirerà ogni creatura a sé.

L’amore che Dio ha per questo mondo corrotto condurrà sempre al ravvedimento e alla conversione. “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figlio affinché chiunque crede non perisca ma abbia vita eterna” (Gv 3:16)

Il suo amore guiderà sempre il peccatore dal peccato alla croce e la Chiesa dalla croce all’eternità .

Dio conosce il peso del peccato, e sa che solo il Suo amore può farci recuperare la libertà e l’autostima, purtroppo  la cecità e l’ostinazione dei nostri cuori ci hanno convinto che non c’è alcun male nel peccato, ormai anche gli psicologi stanno trattando i disagi psichici con terapie di recupero che tendono sempre più a minimizzare la gravità del peccato per la liberazione delle coscienze dai sensi di colpa, ma Dio sa che l’uomo non sarà mai libero fino a quando il peccato non sarà rimosso dalla propria coscienza.

Nell’amore di Dio noi troveremmo sempre: bontà, benevolenza, pazienza, compassione, benignità, caratteristiche che sempre manifesterà nei nostri riguardi, perché  il Suo Spirito ci brama fino alla gelosia, (Gc 4:5) e la Sua gelosia è protezione per noi, questa è la grandezza del Suo amore, un amore non compreso, frainteso, a volte ferito, Dio non si ferma davanti alle delusioni, Lui non chiude le porte della grazia, il Suo è un amore disposto a restarci accanto per aiutarci a superare ciò che da soli non riusciamo a superare, e Dio lo farà anche quando continuiamo ad opporci alla Sua volontà.

Lui è disposto a subire l’ostilità della Sua creatura, perché Il Suo amore è protettivo.

Ecco  perché Dio  non sceglierà mai uno a danno dell’altro, non sceglierà chi fa opere maggiori, o chi ha un senso più alto di auto giustizia, e neanche chi pensa di essere più amato di un altro.

Comprendere l’amore di Dio significa comprendere la gravità del nostro peccato e la riconoscenza sarà la nostra  risposta a questo amore.

Un giorno una peccatrice a casa di un fariseo lavò i piedi di Gesù con le sue lacrime e glieli asciugò con i suoi capelli e quando il fariseo contrastò Gesù per avere accettato che una peccatrice gli si avvicinasse, Gesù gli rispose “Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama”(Lu 7:47)

 Paolo prega per la Chiesa di Efeso che possa conoscere sempre più questo amore: “Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, [..….]  perché, radicati e fondati nell’amore,  siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.(Ef 3:14-19)

Lo Spirito Santo vuole aiutarci a scoprire la profondità dell’amore per insegnarci ad amare come Dio ama, questo non è impossibile perché la Bibbia dichiara che “..… l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. (Ro 5:5)

Pietro ha un grande suggerimento per ognuno di noi: “aggiungete [………..] alla pietà l’affetto fraterno; e all’affetto fraterno l’amore.(2Pi 1:5-7) .

Aggiungere l’amore significa non mettere più la nostra vita al centro, ma la vita degli altri.

Aggiungere l’amore significa praticare: bontà, benevolenza, pazienza, compassione, benignità.

Quando diciamo di  amare, dovremmo accertarci di manifestare queste caratteristiche perché se mancano, ogni volta che saremo delusi, i nostri cuori si riempiranno di amarezza con ogni sorta di cattiveria , ogni volta che saremo delusi i nostri cuori saranno cuori feriti

e saremmo costretti a scoprire che quello che, fino a quel momento noi abbiamo definito amore, non era l’amore inalterabile, irremovibile, incrollabile di Dio, ma solo una sua imitazione.

………una stupida e  incresciosa imitazione che ha ferito il nostro cuore e che ferisce il cuore di Dio.

                                                                                                                Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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CERCASI CRISTIANI CORAGGIOSI

Dal libro del profeta Abacuc possiamo comprendere la condizione spirituale in cui si trovava Giiuda  7 secoli prima della venuta di Gesù, una forte decadenza morale e religiosa caratterizzava questo periodo storico.

Il profeta Abacuc  interroga Dio perché non comprende come Dio possa continuare a tollerare tanta malvagità ma dio se ne sta in silenzio. Abacuc avrebbe voluto vedere Dio operare, porre fine alla corruzione, il suo era un lamento, un grido contro la condizione di peccato del popolo:

 2Fino a quando griderò, oh Signore,senza che tu mi dia ascolto? Io grido a te: «Violenza!» e tu non salvi.3 Perché mi fai vedere l’iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità? Mi stanno davanti rapina e violenza; ci sono liti, e nasce la discordia.4 Perciò la legge è senza forza, il diritto non si fa strada; perché l’empio raggira il giusto e il diritto ne esce pervertito.” (Abacuc 1:2-4 )

Nella sua preghiera Abacuc denuncia quattro peccati specifici: perversità, rapina, violenza e discordia.

Perché tanta corruzione? Quale era la causa che l’aveva determinata?

Un momento simile era già avvenuto al tempo dei Giudici, il popolo si era sviato e la Scrittura ne rivelava la causa:“tutta quella generazione  fu riunita ai suoi padri; poi, dopo quella, vi fu un’altra generazione che non conosceva il Signore, né le opere che egli aveva compiute in favore d’Israele“ (Giudici 2:10)

Non conoscevano il Signore, questo era  il motivo dell’apostasia, non si applicava la legge, non si praticava la giustizia e nessuno si opponeva al degrado, nessuno  dissentiva, nessuno si preoccupava di riportare ordine.

Oggi la società non è diversa, lo stato di corruzione e di depravazione non è diverso e anche la nostra rimostranza a Dio non è diversa, molte volte si ha la stessa perplessità, si fa la stessa lamentela davanti a Dio: “Perché Signore mi fai vedere l’iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità? in altre parole perché non fai giustizia, perché permetti che il male dilaghi?

Purtroppo anche nelle Chiese, così come accadeva allora nel popolo di Dio, la Parola di Dio non è praticata, spesso sono i sentimenti che governano i credenti,  le emozioni prevalgono sulla vita dello Spirito,  per questo si sta perdendo l’essenza e si sta sempre più professando un cristianesimo relativo.

Come si può arrivare a queste condizioni ? Prevalentemente per due motivi:

Primo motivo: interessi personali

Quando si cercano i propri interessi, senza preoccuparsi degli interessi degli altri, la giustizia non fa più il suo corso, è necessario praticare l’equità, essere imparziali verso tutti, non fare discriminazioni, non agire sulla base delle scelte personali.

Questo probabilmente era ciò che stava accadendo al tempo di Abacuc, coloro che erano al potere tutelavano solo i propri interessi.

L’apostolo Paolo, dice in filippesi 2:4-5: cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù”.

La caratteristica del cristiano è interessarsi degli altri così come Gesù ha fatto, quando  questo principio non è applicato, quando trascuriamo gli altri guardando solo agli interessi personali,  infrangiamo la legge, perché la legge stabilisce:“ama il tuo prossimo come te stesso” Mt 22:39

Secondo motivo: il nepotismo

Il nepotismo era una pratica medioevale adottata negli ambienti religiosi e consisteva nel favorire i propri familiari, si prediligeva la famiglia, ma l’apostolo Paolo scriveva in 1Timoteo 5:21: “Ti scongiuro, davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste cose senza pregiudizi, e di non fare nulla con parzialità”.                                                                  

Abacuc il cui nome significa “colui che abbraccia” pregava con fervore a favore per popolo, lui stava gridando a Dio perché era un profeta e aveva gli cocchi aperti sulla realtà spirituale, aveva capito che Dio stava per fare qualcosa:”Guardate fra le nazioni, guardate, meravigliatevi e siate stupiti! Poiché io sto per fare ai vostri giorni un’opera, che voi non credereste, nemmeno se ve la raccontassero” (Abacuc 1:5)

Lo spirito profetico è sulla Chiesa e la Chiesa ha gli occhi aperti per riconoscere il tempo in cui viviamo e per riconoscere l’opera di Dio, Paolo profetizzò che negli ultimi tempi molti avrebbero perso il primo amore, altri avrebbero abiurato la fede, è necessario che, come Abacuc, possiamo gridare a Dio, è il tempo di opporci al degrado.

Abacuc lamentava una risposta da Dio: “Fino a quando griderò, oh Signore senza che  tu mi dia ascolto? E Dio risponderà ad Abacuc con una affermazione:”il giusto vivrà per fede

Questa affermazione viene citata anche dall’apostolo Paolo e dall’autore agli Ebrei “il mio giusto vivrà per la sua fede” (Ebrei 10:38)

Il giusto vivrà per la sua fede significa chi ha fede in Dio manifesterà la Sua giustizia sempre, ovunque e comunque, chi ha fede in Dio avrà il coraggio di continuare ad essere giusto in un mondo sempre più ingiusto, il coraggio di affermare i valori morali in una società senza più valori, il coraggio per continuare a ricercare la pace dove c’è solo violenza, l’amore e il perdono dove c’è solo odio e rancore, chi ha fede in Dio avrà il coraggio e il senso di responsabilità per continuare a portare alta la Parola della vita.

Abacuc si lamentava: ormai “la legge è senza forza e  il diritto non riesce a farsi strada” non riesce affermarsi.

La legge non ha e non perderà mai la sua forza, non perderà mai la sua efficacia perché è Parola di Dio, e la Parola ha ancora la forza per trasformare il cuore dell’uomo.

La legge manifesterà ancora la sua forza e il diritto riuscirà ancora ad affermarsi nonostante la corruzione avanzi, nonostante la malvagità stia dilagando.

Dio non “tollera lo spettacolo della perversità?”come Abacuc lamentava, Dio non ha mai tollerato il peccato, Lui non ha mai smesso di fornteggiarlo, Dio non ha mai gettato la spugna,  si  è sempre opposto e sempre si opporrà al peccato, all’ingiustizia e all’immoralità.

Davanti la forza del male, davanti alla sua nefasta influenza, Dio non è preso alla sprovvista, non ha perso il controllo, Lui ha una risposta, ha sempre avuto una risposta

e la riposta sei tu, la risposta sono io, la risposta sono tutti coloro che hanno ancora il coraggio di andare controcorrente.

Potremmo anche lamentarci mentre assitiamo allo speccatolo dell perversità, uno spettacolo che sembra inarrestabile, ma sappiamo  che mentre il mondo precipita sempre più nel degrado la Chiesa alza sempre più il proprio standard di giustizia e santità.

Cristo non ha smesso di edificare la Sua Chiesa.

Nel corso della storia ci sono stati uomini coraggiosi che hanno sfidato la morte pur di affermare la giustizia, di fare la volontà di Dio, Daniele per esempio, è stato gettato nella fossa di leoni, ma non ha mai rinnegato la sua fede;

i suoi amici sono stati gettati in una fornace di fuoco, ma non si sono piegati davanti ad una statua;

Mosè, nonostante temesse l’ira del faraone, è ritornato in Egitto per restituire la libertà del popolo;

Elia, un uomo sottoposto alle nostre stesse passioni, ha sfidato i profeti di Baal per ricondurre il popolo a Dio.

Anche durante il periodo dei giudici Dio ha cercato e ha trovato uomini coraggiosi, capaci di indurre il popolo a considerare la legge.

Oggi come allora Dio cerca cristiani coraggiosi che mostrino agli altri la giustizia perchè il mondo ha bisogno di esempi, di gente che si opponga al male.

Dio propone noi come modello, Dio propone la Chiesa,

La Chiesa è la risposta di Dio alla corruzione, la Chiesa è  il modello per questa società.

Solo la Chiesa puo adempiere a questo mandato, solo la Chiesa può contrastare il male, solo la Chiesa può essere sale e luce in questo mondo  perché è stata rigenerata, trasformata, purificata, ha ricevuto lo Spirito Santo.

La Chiesa è la risposta di Dio,  è la Sua opposizione al male,  la Sua intolleranza al peccato,  è  il Suo impedimento allo spettacolo della perversità.

In Filippesi 2 :15 l’apostolo Paolo scriverà: “siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, 16 tenendo alta la parola di vita [ …]”

in altre parole: CERCASI CRISTIANI CORAGGIOSI

                                                                                                            Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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L’IMPREVEDIBILITÀ DI DIO

Israele era stato deportato in Babilonia, erano lì, schiavi in terra straniera, una terra idolatra, pagana, governata da leggi pagane, senza il tempio, senza l’arca, figura della presenza di Dio e senza speranze.

Persuasi che Dio li avesse lasciati nelle mani dei nemici, il loro grido non era solo un grido di dolore, ma un grido di desolazione e di abbandono: “«La mia via è occulta al Signore e al mio diritto non bada il mio Dio?»

Ma Dio sente il loro lamento, vede il loro scoraggiamento e manda un profeta che parlerà da parte Sua dicendo:

 «A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale?» dice il Santo.

26 Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una.
27 Perché dici tu, Giacobbe, e perché parli così, Israele: «La mia via è occulta al Signore e al mio diritto non bada il mio Dio?»

28 Non lo sai tu? Non l’hai mai udito? Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile.(Is.40:25) 

        Dio li richiama alla fede e li incoraggia a credere che Lui ha il controllo su ogni cosa perché è Colui che ha creato ogni cosa: “Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non ne manca una”.

Dio li incoraggia a credere che Lui è ancora il Signore: “Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile”.

La cattività babilonese era stata un dramma imprevedibile per il popolo, mai si sarebbero aspettati di perdere ogni cosa, loro che erano il popolo eletto.

Ma ora, ciò che sembrava ancora più imprevedibile, era il silenzio di Dio, “perché Dio non bada al mio diritto?”

Ci sono due realtà che sono imprevedibili, che non saranno mai sotto il nostro controllo e sono:

le circostanze e Dio.

Non sempre potremmo sceglierci le circostanze e non sempre Dio agirà come noi ci aspettiamo.

L’imprevedibilità fa paura, se non abbiamo un fondamento solido, “se non costruiamo sulla roccia i venti vengono, le tempeste si abbattono e la casa crolla”(Mt 7 :25). L’insegnamento di Gesù è fondamentale per avere una vita stabile.

Gesù ha avvisato la Chiesa nella parabola del seminatore, parlando di un terreno che è improduttivo, perché quando il seme cade gli uccelli lo rubano e spesso  la Chiesa è derubata della Parola perché è distratta, non conosce e se non si conosce si sbaglia.

Sicuramente sbaglieremo se non conosciamo perché siamo condizionati dai nostri pregiudizi e indotti a pensare che Dio sia come noi  “a chi mi vorreste assomigliare

Allora cosa succederà quando le circostanze imprevedibili ci minacceranno? Grideremo come ha gridato Israele: “la mia vita ti è occulta Signore, non badi al mio diritto Dio?”

Cosa succederà quando Dio se ne starà in silenzio mentre la situazione precipita? La domanda risuonerà inesorabile nei nostri cuori: Dio dove sei, perché’ non rispondi?

Gesù ha dichiarato Io sarò con voi fino alla fine del mondo (Mt 28:20)

Anche quando non sentiamo la Sua voce, anche quando non realizziamo la Sua presenza, la Parola ci insegna che Dio è sempre presente, Lui è sempre con noi.

Pietro era stato un uomo caratterizzato dalla sua impulsività, un uomo che agiva d’istinto perché mosso dall’emotività,  ma la storia gli insegnerà che è meglio per noi agire con saggezza e con conoscenza. E nella sua seconda epistola al capitolo 2 dirà:  5 Voi, per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza  […]

Cosa bisogna conoscere????

Bisogna conoscere e considerare due realtà di Dio che sono chiaramente evidenziate nella Sua Parola:

  • Dio è sicuramente imprevedibile nel suo modo di agire ma è prevedibile nei suoi attributi morali,

per esempio lui è amore quindi posso solo aspettarmi che Lui continui ad amarmi;

Lui è buono e quindi posso solo aspettarmi cose buone, un buon finale;

Lui è giusto quindi posso solo aspettarmi che alla fine mi faccia giustizia;

  • Lui è sovrano

quando Israele ha visto arrivare il faraone con miriadi di carri, davanti il mare e dietro i nemici, non c’era via d’uscita, chi avrebbe potuto prevedere che il mare si aprisse  (Es 14:21)

Dio imprevedibile nel suo agire, ma  prevedibile nella sua bontà, nella sua giustizia e nel suo amore.

Quando le onde si sono alzate prepotentemente sulla barca dove erano i discepoli, Gesù ha ordinato alla tempesta di tacere (Mr 35:41)  Imprevedibile nel suo agire ma   prevedibile sua bontà, nella sua giustizia e nel suo amore.

In 1samuele 7: 10 possiamo leggere: ”Mentre Samuele offriva l’olocausto, i Filistei si avvicinarono per assalire Israele; ma il SIGNORE in quel giorno fece rimbombare dei tuoni con gran fragore contro i Filistei e li mise in rotta, tanto che essi furono sconfitti davanti a Israele. 11 Gli uomini d’Israele uscirono da Mispa, inseguirono i Filistei e li batterono fin sotto Bet-Car.

Imprevedibile nel suo agire, ma  prevedibile sua bontà, nella sua giustizia e nel suo amore.

Dio è sovrano Lui si muove in piena libertà, ha la somma autorità e la totale sovranità su ogni cosa, su ogni evento, su tutto il creato, su ogni essere vivente e su tutta la storia. Il Suo piano sarà comunque portato a compimento, Isaia dirà al capitolo 43:18 “Non ricordate più le cose passate, non considerate più le cose antiche:19 Ecco, io sto per fare una cosa nuova; essa sta per germogliare; non la riconoscerete?”

Dio non può essere influenzato da nessuno e da niente, non è influenzato nella sua sovranità, non è influenzato nella sua bontà ” Dio non può essere tentato dal male” (Gm1:13)

Alcuni credenti si dicono delusi da Dio perché Dio non ha agito secondo i loro schemi, altri addirittura lasciano le Chiesa, abiurano la loro fede perché non hanno compreso che l’imprevedibilità di Dio è un momento di crescita e non di abbandono, non hanno compreso che è un tempo della sua volontà e nel suo pieno controllo, perché Dio è imprevedibile, Lui non fa come noi vogliamo ma come Lui vuole Infatti i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie”  (Is 55:8)

Ma se l’imprevedibilità ci spaventa la sua sovranità ci dona pace.

Sicuramente ci possono essere momenti in cui si cade nello scoraggiamento o nel dolore, ma poi bisogna rialzarsi.

Il credente potrà sempre camminare a testa alta perché’ “Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato.  30 I giovani si affaticano e si stancano; i più forti vacillano e cadono;31 ma quelli che sperano nel SIGNORE acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano. Isaia 40:29 

Paragonati all’aquila, che sa sfruttare le correnti ascensionali, la Chiesa si rialza perché confida nel Signore, confida nella Sua forza e non si appoggia sulla propria.

Babilonia era l’imprevedibilità di Dio, era la Sua intelligenza imperscrutabile, il Suo piano per ricondurre il popolo a Lui,

la deportazione non era la vittoria dei babilonesi, ma la vittoria di Israele;  il silenzio di Dio non era il suo disinteresse ma il Suo interesse; se avessero capito, se avessero conosciuto non avrebbero vissuto la paura dell’abbandono, ma sarebbero rimasti stabili nelle emozioni,  nei pensieri e nei sentimenti.

L’imprevedibilità di Dio ha un fine: è la sua maniera per portarci alla crescita, alla stabilità emotiva e alla salute psichica.

Bisogna rialzarsi perché Dio ci ha dato una visione: essere un riferimento forte per questo mondo che è sempre più debole, essere un popolo stabile che conosce il suo Dio, un Dio imprevedibile, incontrollabile ma sovrano.

                                                                                                              Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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DOV’È LA VOSTRA FEDE?

Luca 8:22-25” Ora uno di quei giorni avvenne che egli salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». Ed essi presero il largo. Mentre navigavano, egli si addormentò; e un turbine di vento si abbatté sul lago, tanto che la barca si riempiva, ed erano in pericolo. Allora essi, accostatisi, lo svegliarono, dicendo: «Maestro, maestro, noi periamo!». Ed egli, destatosi, sgridò il vento e la furia dell’acqua; e questi si acquetarono e si  fece bonaccia. E Gesù disse ai suoi discepoli: «Dov’è la vostra fede?». Ed essi, impauriti, si meravigliavano e si dicevano l’un l’altro:«Chi è mai costui, che comanda anche al vento e all’acqua, e gli ubbidiscono?».

Pietro, Giacomo e Giovanni conoscevano bene questo lago, erano cresciuti lì, abitavano lì, sulle sponde di questo lago, ed è lì che Gesù camminerà e svolgerà il suo ministero, Lui sarà nel posto dove loro erano perché Gesù è vicino, è dove sono i suoi.

Il lago di Galilea era stato spesso nei vangeli lo scenario di grandi avvenimenti, attorno a questo lago sono accadute grandi cose: la moltiplicazione dei pani e dei pesci(Mt 8:14-17), la guarigione della suocera di Pietro (Mt 8:15), l’apparizione di Gesù dopo la resurrezione (Mr. 21:4), era il lago dei miracoli, ma ora qui, in questo brano, la scena cambia e diventa il lago della paura, diventa un lago del terrore.

Come può levarsi una tempesta così potente e così improvvisa?  Questo lago si trova oltre 200 Mt sotto il livello del mare, è profondo circa 40 Mt ed è circondato da una catena montuosa, per questo motivo si creano depressioni meteorologiche e si scatenano improvvise tempeste.

Esattamente come accade nella nostra vita, mentre sembra che tutto vada come sempre, mentre tutto è calmo, all’improvviso arrivano tempeste inaspettate, che spesso destabilizzano la nostra fede, tempeste nella famiglia, nel lavoro, nelle relazioni, tempeste che creano agitazione e inquietudini, proprio dentro di noi, nei nostri cuori.

Ma quel giorno il lago sembrava impazzito, le onde si alzavano con prepotenza, la barca straripava d’acqua, il pericolo incombeva, i discepoli lottavano con le onde e con la paura, si correva per cercare una soluzione, una via d’uscita, qualcuno ammainava le vele, qualcun altro gettava l’ancora, qualcun altro cercava di scaricare l’acqua dalla barca, c’era agitazione, inquietudine, confusione, panico.

Ma Gesù riposava.

Gesù, un uomo che, come loro, si stancava, che, come loro, aveva  necessità di dormire, che, come loro, si trovava in una barca in mezzo alle furie del mare, ma che, diversamente da loro, non aveva paura, Lui riposava, e quello che Lui farà, quando i discepoli lo sveglieranno in preda alla paura, sarà semplicemente esercitare il suo dominio, la sua autorità e sgridare i venti, questo è esattamente quello che avrebbero dovuto fare i discepoli, quello che Lui si aspettava che loro facessero, quello che Lui si aspetta che ognuno di noi faccia davanti alle tempeste della vita.

Ecco come dovremmo reagire davanti alle difficoltà, questa è fede!

In Ebrei 10:38 leggiamo: “Il giusto vivrà per fede; ma se si tira indietro l’anima mia non lo gradisce “

Dio che è buono con tutti, ma se vogliamo essergli graditi la condizione è avere fede

L’apostolo Pietro nella sua prima lettera al capitolo 1:7 afferma “la fede è più preziosa dell’oro che perisce” perché l’oro, a differenza della fede, può essere rubato e comunque, prima o poi, sarà deteriorato.

Avere fede significa afferrarsi alle promesse di Dio, significa avere fiducia in Lui, in quello che Lui ha detto e in quello che Lui ha fatto.

Fede non è solo credere per ottenere miracoli, non è solo aspettare la manifestazione della Sua potenza, fede è riconoscere e sottomettersi alla Sua sovranità,

Non basta essere in chiesa, anche se è giusto, non basta cantare lodi a Dio, anche se è giusto, Dio è interessato a vedere in noi una fede determinata affinché possiamo entrare nel Suo riposo.

La vera fede è sempre dimostrabile e si dimostra proprio nella tempesta, possiamo anche piangere ma, se siamo saldi nella fiducia faremo tremare l’inferno.

Ma la fede può arretrare? e quando accade ?

  • davanti allo scoraggiamento cioè alla mancanza di coraggio che si può vivere quando la situazione diventa ingestibile, incontrollabile;
  • davanti alle delusioni della vita, cioè quelle esperienze che non avremmo voluto vivere e che ci fanno dubitare della potenza di Dio;
  • davanti alle notizie tragiche che hanno il potere di scuotere la nostra fede che ci fanno dubitare del Suo amore.

 Come possiamo fortificare la nostra fede? 3 punti 

Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e vedrai cavalli, carri e gente più numerosa di te, non li temere, perché il Signore, il tuo Dio, che ti fece salire dal paese d’Egitto, è con te. Deut. 20

  1. Quando andrai alla guerra contro i tuoi nemici e vedrai…..

Cosa vedono i nostri occhi quando siamo in guerra? Vediamo  nemici, vediamo i carri nemici, vediamo distruzione e disfatta, dovremmo invece guardare a Cristo, capo e compitore della nostra fede, questo servirà a fortificare la nostra fede.

  1. non li temere….,

Non li temere significa rifiutare ogni sentimento di paura per proteggere la pace dei nostri cuori, questo servirà a fortificare la nostra fede.

  1. perché il Signore, il tuo Dio, che ti fece salire dal paese d’Egitto, è con te.

Non dimentichiamo i benefici, ricordiamoci da dove siamo stati tratti fuori, questo servirà a fortificare la nostra fede.

La paura di affrontare i nemici è un guerra che si combatte  cuori, un combattimento generato dalla visione di ciò che i nostri occhi hanno contemplato e che la mente ha poi elaborato minaccioso.

Per questo l’apostolo Paolo parlerà della necessità di rinnovare lo spirito della nostra mente: Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà Rm 12:2

Una mente nuova non pensa come pensava prima perché ha trovato in Dio l’ispirazione alla fede per vivere una vita in pace.

Se la mente non è rinnovata i pensieri naturali saranno sempre orientati al male.

E’ fondamentale fare una scelta per decidere da quali pensieri farci condurre; il consiglio di Paolo è: “Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi.” Fil 4:8-9

Paolo pregava affinché Dio fortifichi l’uomo interiore: “Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore” Ef. 3: 14-16

La tempesta non differenzia credenti da non credenti perché la tempesta viene su tutti. È inevitabile, le tribolazioni ci saranno nella vita di tutti, Gesù lo ha detto, senza usare mezzi termini: “Nel mondo avrete tribolazione” Gv 16:33, ciò che differenzia i credenti dai non credenti è la fede che emerge nella tempesta.

Dio vuole edificare e fortificare la nostra fede, portarci a un nuovo livello “all’altra riva” e, per passare all’altra riva è necessario prendere il largo, è necessario navigare in mezzo ai venti contrari, in un lago che sembra impazzito, sfidando onde più alte di noi.

Quel lago potrà anche diventare un lago di paura, un lago di terrore, uno scenario improvvisamente tragico, noi riposeremo perché sul quel lago, insieme a noi c’è ancora l’Iddio dei miracoli “Colui che non sonnecchia e non dorme”. Salmo 121:4 

                                                                                                              Emanuele Campo e Pastore della CEBA CHURCH di Busto Arsizio VA. Ha conseguito il Bachelor in Studi Religiosi della University of Wales presso la Facoltà Pentecostale di scienze religiose in Bellizzi (SA). Ha collaborato con una missione interdenominazionale dal 1987 al 1998 acquisendo una formazione evangelistica. 

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